Il Partito Socialista, seguendo le orme del Partito Democratico, ha espresso netta opposizione alla controversa decisione della giunta regionale umbra. Quest’ultima prevede l’accorpamento degli istituti comprensivi di Montecastrilli, Avigliano, Acquasparta e Sangemini, oltre a quelli nella zona di Città di Castello. Il segretario regionale del Partito Socialista, Federico Novelli, ha firmato una nota di disapprovazione, mettendo in evidenza le criticità di tale manovra.
Novelli ha evidenziato come l‘amministrazione regionale ed in particolare l’assessore Paola Agabiti, stia gestendo con superficiale approssimazione la vita quotidiana dei cittadini umbri, in particolare nel settore dell’educazione. La decisionedi accorpare gli istituti è vista dal Psi come un passo avventato e in disaccordo con i criteri precedentemente stabiliti dalla Regione Umbria nell’agosto scorso.
L’accorpamento proposto segue il decreto dei ministri Giorgetti e Valditara di giugno, mirato a ridurre il numero dei dirigenti scolastici e a chiudere circa 600 istituti in Italia, di cui 9 in Umbria.
“La scelta della giunta regionale – prosegue Novelli – si discosta dai criteri definiti ad agosto, che non prevedevano un simile accorpamento.Gli istituti coinvolti, considerati esempi di “buona scuola”, hanno sviluppato un forte legame con il territorio, contribuendo positivamente all’educazione e all’istruzione dei giovani. La decisione di accorpare sembra ignorare questi aspetti positivi, seguendo una logica utilitaristica che trascura l’importanza di investire nella scuola”.
Il Psi insieme agli amministratori socialisti dei comuni interessati, “si oppone fermamente a questa manovra, considerata contraria agli interessi del mondo della scuola e dei territori montani coinvolti, come Avigliano Umbro, Montecastrilli ed Acquasparta”. Tale scelta, a detta di Novelli, appare “ancor più ingiustificata poiché viola i criteri regionali che escludono gli istituti in zone montane dall’accorpamento”.
Il partito conclude invitando la Giunta Regionale a ritirare la decisione, sottolineando l’incoerenza e l’impatto negativo che tale scelta avrebbe sul tessuto educativo e sociale delle aree coinvolte.