L’Azienda Ospedaliera Santa Maria ha avviato un piano di potenziamento del servizio di Terapia del Dolore, un progetto che mira a migliorare l’efficacia dei trattamenti e a ridurre le liste d’attesa per i pazienti affetti da dolore cronico. La direzione ha implementato nuovi interventi e procedure avanzate per garantire un supporto rapido e mirato.
Grazie all’incarico affidato al dottor Andrea Sanapo, specializzato nella gestione del dolore tramite tecniche invasive, il centro si è dotato di nuove soluzioni tecnologiche e professionali per soddisfare le esigenze di un numero sempre crescente di pazienti. Il progetto include sia un aumento delle visite ambulatoriali che delle procedure infiltrative necessarie per il trattamento del dolore, con l’obiettivo di abbattere i tempi di attesa e garantire un’assistenza tempestiva.
Un team di esperti per il benessere del paziente
Il servizio è gestito da un gruppo di specialisti altamente qualificati, composto dai dottori Ester Marciano, Francesca De Sanctis e Gian Marco Petroni. L’equipe collabora su studi e pubblicazioni scientifiche, promuovendo un approccio clinico che considera il dolore come un’urgenza medica da trattare quanto prima, soprattutto quando il dolore si configura come malattia cronica. “Il dolore deve essere gestito come un’urgenza,” sottolineano gli esperti, “per evitare che si trasformi in una condizione invalidante per il paziente”.
Nuove tecniche: il ritorno della radiofrequenza
Tra le innovazioni più rilevanti rientra l’uso della radiofrequenza, tecnica reintrodotta dopo la pausa imposta dalla pandemia nel 2020. Questa metodologia avanzata consiste nell’inserimento di aghi guidati tramite ecografia o fluoroscopia, capaci di emettere stimolazioni elettriche che riducono la percezione del dolore, offrendo una soluzione sicura e meno invasiva per pazienti non adatti alla chirurgia tradizionale.
La tecnica della Neuromodulazione, uno degli approcci più avanzati, interrompe temporaneamente i segnali dolorosi, riducendo l’intensità della sintomatologia. Grazie alla collaborazione con il dottor Pierfrancesco Fusco, esperto di terapia del dolore e anestesia locoregionale, l’ospedale ha introdotto una tecnica all’avanguardia, che consente un accesso anteriore e posteriore all’articolazione dell’anca. Questa soluzione, descritta in un recente studio sul “Journal of Ultrasound”, ha portato a risultati clinici significativi, migliorando il benessere del paziente.
Altri trattamenti innovativi e nuovi servizi ambulatoriali
Oltre alla radiofrequenza, il Santa Maria ha inserito sedute aggiuntive in sala operatoria per sperimentare l’innovativa Terapia autologa rigenerativa con cellule prelevate da tessuto adiposo. Questa terapia, indicata per dolori cronici osteoarticolari, sfrutta la rigenerazione cellulare per contrastare il dolore, offrendo una valida alternativa ai trattamenti tradizionali.
Parallelamente, il centro prevede di avviare terapie con Neurostimolatori midollari e tecniche di Neurostimolazione periferica per la gestione del dolore neuropatico, grazie alla collaborazione con la Neurochirurgia. È inoltre in fase di progettazione un Ambulatorio Multidisciplinare che coinvolgerà specialisti di varie discipline, come neurologi, ortopedici e psicologi, per offrire un approccio globale e personalizzato al paziente affetto da dolore cronico e acuto.
L’obiettivo: qualità e integrazione con il territorio
Il progetto del Santa Maria, come evidenziato dalla dottoressa Rita Commissari, direttore della Struttura Complessa di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, si pone come obiettivo un modello di assistenza all’avanguardia, conforme agli standard di un centro SPOKE regionale. Questo approccio permette di integrare l’ospedale nella rete clinico-assistenziale del territorio, rispondendo alla Legge 38, normativa che sancisce il diritto al trattamento del dolore come parte fondamentale dell’assistenza sanitaria.
Con queste misure, l’Azienda Ospedaliera Santa Maria si posiziona come un punto di riferimento per la terapia del dolore, offrendo servizi innovativi e tempestivi, per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti e una riduzione significativa delle liste d’attesa. Questo progetto rappresenta un esempio di eccellenza nell’assistenza sanitaria, valorizzando l’importanza della terapia del dolore nel contesto clinico regionale e nazionale.