“Un uomo che ha vissuto il Vangelo come era scritto, che ha amato tutti senza distinzioni”: così monsignor Vincenzo Paglia ha ricordato papa Francesco nelle ore immediatamente successive alla sua scomparsa. Intervistato da Cesara Buonamici in una speciale edizione del TG5, il presidente della Pontificia Accademia per la Vita e vescovo emerito di Terni-Narni-Amelia ha tracciato un ritratto profondo e toccante del pontefice argentino scomparso il giorno di Pasquetta, sottolineandone l’universalità, l’umanità e il coraggio evangelico.
Un messaggio universale, accolto da credenti e non
“Papa Francesco si è mostrato come il padre di tutti i popoli, nessuno escluso”, ha detto Paglia, aggiungendo che “in un mondo che va in pezzi, sapere che c’era un uomo che voleva bene a tutti rappresentava una benedizione”. Il suo era un messaggio di amore semplice e profondo, capace di superare confini religiosi e ideologici. Un episodio emblematico, secondo l’arcivescovo, si è verificato in Bahrein: “Mi trovai in un’assemblea di imam musulmani che pregavano per la salute del Papa. Avevano percepito la profondità della sua preoccupazione per il destino dell’umanità.”
Una fede radicale, senza esclusioni
Monsignor Paglia ha ricordato anche le difficoltà incontrate da Francesco durante il suo pontificato, “un pontificato non privo di opposizioni”, come ha sottolineato: “Era cosciente di avere dei nemici, ma non ha mai escluso nessuno. Riceveva tutti, aveva una parola per tutti.” Il suo stile pastorale, ha detto Paglia, era improntato a una “interpretazione piena dell’amore di Dio”, che non conosce barriere o distinzioni: “Nessuno si salva da solo, nessuno può dire prima Io, anzi prima tutti.”
Accanto alla dimensione spirituale, l’umanità di Bergoglio ha lasciato un segno profondo, anche tra chi non apparteneva alla Chiesa: “Aveva una grande cordialità, un senso dell’umorismo straordinario, e sapeva entrare in empatia con chiunque.” La sua capacità di dialogo diretto e autentico ha permesso a milioni di persone, in ogni parte del mondo, di sentirsi ascoltate e comprese.
Paglia si è detto colpito dalla determinazione del Papa nei suoi ultimi giorni di vita, vissuti senza soste, nonostante la salute precaria. “La sua forza era impressionante. La visita a Regina Coeli e il giro in piazza per salutare i fedeli sono stati gli ultimi segni della sua vicinanza.” Una volontà che si è espressa fino all’ultimo respiro, in coerenza con una vita interamente dedicata al servizio, al dialogo e alla giustizia evangelica.