Nuovi sviluppi sulla vicenda della ex insegnante di di 83 anni – Paola Ferri – sfregiata lo scorso Gennaio nella sua casa in via Cannizzaro. Il minorenne, già indagato per rapina e lesioni è ora indagato anche per stalking su denuncia dell’ex fidanzata.
L’ex insegnante era stata sorpresa nella sua camera da letto, era stata colpita violentemente con una torcia e poi sfregiata con un oggetto appuntito, probabilmente un taglierino o un cacciavite. L’aggressore, secondo la testimonianza della vittima, le avrebbe anche premuto un cuscino sul volto, lasciandola in condizioni critiche. A seguito dell’aggressione, alla donna furono applicati oltre cento punti di sutura.
Durante il furto, l’aggressore aveva sottratto la fede dell’anziana e quella del marito defunto, gesto che i magistrati ritengono significativo. Secondo gli inquirenti, infatti, se fosse stata una semplice rapina, il furto sarebbe stato eseguito all’inizio dell’aggressione, non alla fine. Questo dettaglio, insieme ad altri, ha portato la Procura a orientarsi verso l’ipotesi di un attacco motivato da rancori personali o da uno squilibrio psichico.
Il giovane indagato, assistito dall’avvocato Alberto Catalano, è stato inizialmente posto in custodia cautelare in carcere, poi trasferito agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico dopo l’interrogatorio di garanzia. La sua ex compagna, che era con lui la notte dell’aggressione, è stata colei che ha sporto denuncia per stalking.
Nel frattempo, la Procura dei Minori ha iscritto nel registro degli indagati anche un altro soggetto: un 17enne, fratello dell’indagato, il cui profilo genetico sarebbe stato rinvenuto sulla scena del crimine. Il ragazzo, già sentito in precedenza dai carabinieri, ha fornito elementi ritenuti potenzialmente rilevanti. Per questo, è stato convocato per un incidente probatorio davanti al gip Giulia Leoncini, nel Tribunale dei Minori di Perugia.
Due ulteriori circostanze hanno spinto gli inquirenti a cristallizzare le dichiarazioni del minore: uno zio gli avrebbe consigliato di non parlare con le forze dell’ordine e un genitore gli avrebbe intimato, tramite messaggio, di non rientrare a casa perché presenti i carabinieri. L’intento è verificare l’attendibilità del giovane e garantire che le sue parole possano essere eventualmente utilizzate in fase processuale.
Secondo i militari dell’Arma, il principale indagato avrebbe raggiunto la camera della vittima passando da una finestra sul retro, accessibile solo dal suo appartamento. Un dettaglio che rafforza i sospetti sulla sua responsabilità diretta nell’aggressione.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Terni e da quella dei Minori di Perugia, sono ancora in corso. La vittima, ora fuori pericolo, è assistita legalmente dagli avvocati Lorenzo Tizi e Alessandro Accardi.