Non una battaglia politica, ma una questione di civiltà istituzionale

“Trasporti e diritti viaggiano insieme. È il momento di assumersi responsabilità concrete”

WALTER VERINI

Senatore Verini, ha parlato di “civiltà istituzionale”. Cosa intende con questa espressione?

Intendo che il tema dei trasporti non può più essere trattato solo come un affare tecnico o amministrativo. È una questione che riguarda i diritti fondamentali dei cittadini, nel caso quello alla mobilità. Parliamo di migliaia di persone che ogni giorno si muovono per lavoro, studio o salute. Se lo Stato non garantisce loro servizi pubblici efficienti, mette in discussione la propria credibilità. Ecco perché questa non è una battaglia di partito, ma di civiltà.

Lei ha già portato la questione in Parlamento. Quali sono stati i passi fatti finora?

Abbiamo presentato interrogazioni, atti ispettivi, segnalazioni, ma adesso è il momento di alzare il livello del confronto. Serve un dialogo istituzionale trasparente, con tutti i soggetti coinvolti. Non possiamo permettere che l’l’esigenza di modernizzazione ferroviaria nasconda una realtà fatta di tagli e arretramenti. Bisogna correggere subito gli effetti distorsivi di una delibera che, se applicata alla cieca, finirà per penalizzare gravemente l’Umbria e il suo tessuto sociale.

Come si può costruire una soluzione concreta e condivisa?

Coinvolgendo tutti: Regioni, Governo, RFI, Trenitalia. Serve un tavolo interregionale che vada oltre i localismi, capace di ragionare in una logica di area vasta, soprattutto tra Umbria, Lazio, Toscana e Marche. È l’unico modo per evitare che ognuno pensi solo al proprio tratto di ferrovia e per dare finalmente una risposta sistemica al problema dei collegamenti nel Centro Italia. E intanto l’agenzia deve dare la deroga al trasferimento dei treni sulla linea lenta, aspettando che arrivino quelli ordinati dalla Regione che possono viaggiare a 200 km di velocità.

Quali sono le priorità per tutelare i cittadini in questa fase di transizione?

Bisogna pensare ai pendolari come una categoria da proteggere, non da sacrificare. Le persone che ogni giorno si affidano al treno meritano tutele specifiche, sia nei tempi che nei costi. Anche un sistema temporaneo di compensazioni economiche – come ha proposto l’Assessore regionale De Rebotti – può aiutare. Abbiamo già sperimentato forme simili durante momenti di crisi in altri settori. Ora dobbiamo farlo anche qui. Ma la priorità è garantire un servizio efficiente e adeguato.

Cosa rischia la politica se non affronta con serietà questa sfida?

Rischia di perdere la fiducia dei cittadini. Troppe volte abbiamo visto annunci entusiastici sulla modernizzazione delle infrastrutture che poi si sono scontrati con tagli ai servizi essenziali. Se vogliamo davvero ricostruire un rapporto credibile tra Stato e territorio, questo è il momento giusto per dimostrarlo. Non possiamo più rimandare. E deve ragionare – la Politica – senza piccoli localismi, in Umbria dobbiamo selezionare le 5 o 6 grandi priorità ( Rete ferroviaria, Collegamento con Alta Velocità, Orte- Falconara; E78; soluzione al dramma del nodo di Collestrada; Fine lavori E45). Ci sono anche altre opere che attendono la fine e dobbiamo accelerare. Ma definire le grandi priorità regionali, poi muoversi insieme come sistema-Umbria in collegamento con l’Italia di mezzo è fondamentale.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Altre notizie