Piccioli, lei ha portato il punto di vista diretto dei pendolari. Qual è oggi la realtà quotidiana di chi si sposta tra Terni e Roma?
È una realtà fatta di sveglie all’alba, ritardi, corse all’ultimo minuto, attese infinite. Ho voluto sottolineare la dimensione umana del disagio: ogni treno rappresenta una comunità che si muove. Si parla tanto di numeri e infrastrutture, ma ci si dimentica che dietro quei numeri ci sono vite reali, fatica, rinunce.
Ha citato un dato piuttosto eloquente: il tempo di percorrenza nel 1980 è lo stesso di oggi.
Sì, ed è un dato che racconta tutto. Consideri che nel 1980 non esisteva la linea diretta. Ciò significa che in oltre 40 anni e la costruzione di una nuova infrastruttura, non si è riusciti a migliorare il servizio. È come se per chi prende il treno il tempo si fosse fermato anche se nel frattempo, lo sappiamo, il mondo è andato avanti, le esigenze sono cambiate. E la cosa più beffarda è che dopo anni di speranze disattese, oggi (con il rischio di ritorno sulla linea lenta) si sta addirittura parlando di aumentare i tempi di percorrenza di 30 minuti. Si tratterebbe di tornare indietro di più di 50 anni. Ce lo possiamo permettere?
Cosa chiede concretamente il Comitato Pendolari?
Chiediamo che l’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) vigili sul servizio offerto dai concessionari e tuteli il consumatore, esattamente come succede nei servizi regolati da ARERA (acqua, energia, rifiuti), o nel mondo delle assicurazioni dove c’è l’IVASS. Chiediamo trasparenza. Sapere cosa succede, quando e perché. Le comunicazioni sui cambiamenti della circolazione devono garantire il giusto preavviso. Se ci sono lavori sulla linea programmati da mesi non possiamo scoprirlo il giorno prima. Chiediamo rimborsi proporzionati ai disservizi, perché ci deve essere un segnale di prezzo che incentivi chi eroga il servizio a migliorare.
Come valuta il dialogo istituzionale su questi temi?
Riconosciamo all’assessore regionale ai trasporti della Regione Umbria capacità di ascolto: ha avuto tempo per il confronto, ha compreso le questioni, le priorità, e ha individuato una strategia di azione. Ma la soluzione richiede il sostegno di altri attori istituzionali: le altre Regioni interessate e i rispettivi parlamentari, indispensabili per portare il problema all’attenzione del Ministero dei Trasporti e dell’ART. Ciò richiederà collaborazione tra partiti politici diversi, cosa tutt’altro che scontata.