Federighi: “Guerra è il fallimento estremo della politica”

Il capo di Gabinetto della Provincia interviene dopo la commemorazione del primo bombardamento su Terni, criticando duramente il bellicismo politico e la banalizzazione del conflitto

il capo di gabinetto della provincia raffaello federighi interviene sul tema di attualità della guerra, rilanciato dalla recente commemorazione del primo bombardamento della città di Terni nella seconda guerra mondiale, cui ha preso parte in rappresentanza dell’Ente

“Ad ogni evento commemorativo per vittime di guerre e similari – afferma inizia inevitabilmente un profluvio prolisso di concetti vaghi e luoghi comuni che offendono la minimale intelligenza, spesso espressi da guerrieri virtuali e statisti in sedicesimo.” “La guerra – prosegue  è-il fallimento estremo della politica”.

Federighi sottolinea che le guerre non sono eventi imponderabili o dettati dal caso, ma “provocate da decisioni, spesso sconsiderate, prese dai responsabili istituzionali, ovvero da coloro che i cittadini hanno liberamente eletto.” E ha aggiunto: “Essa provoca vittime, nessuna di serie B, nessuna derubricabile come ‘dalla parte sbagliata’, a fronte delle quali torti e ragioni sarebbe opportuno tacessero.”

Secondo Federighi, la qualità media della classe politica è progressivamente peggiorata, esponendo il sistema democratico a condizionamenti esterni. Nonostante ciò, ha ricordato che “la responsabilità formale di scelte cruciali rimane in capo a costoro, che sono poi gli stessi che esprimono commenti retorici e insensati sulle conseguenze delle loro decisioni.”

Nel suo intervento ha anche fatto riferimento alla teoria della mutua distruzione assicurata (MAD), quale deterrente principale alla guerra globale dopo il 1945, sottolineando che “la terza guerra mondiale a pezzi” è in corso da tempo, con numerosi conflitti attivi ma oscurati dai media mainstream. Una realtà pericolosa, alimentata, secondo lui, da una totale incomprensione di un principio basilare: “una potenza nucleare non può subire una sconfitta strategica con armi convenzionali.”

In un passaggio particolarmente incisivo, Federighi ha lanciato un duro atto d’accusa contro l’incompetenza di certi leader: “Imbecilli in posizioni di rilievo sembrano non comprendere un assioma spiegato in qualsiasi corso per Ufficiali di Stato Maggiore.” E ha aggiunto: “I soldati di professione sembrano oggi i più convinti pacifisti rispetto ai loro referenti politici, hooligans inconsulti di un bellicismo d’accatto.”

Federighi si è detto preoccupato per il crescente distacco tra chi prende decisioni e la realtà concreta della guerra. “Quanti di costoro conoscono il mestiere del soldato? Quanti comprendono la perdita dell’innocenza e di una parte rilevante di umanità che subisce chiunque abbia veramente combattuto?”, ha domandato retoricamente, evocando “l’odore acre del sangue e quello pervasivo dei cadaveri sparsi, che si presentano in infinite notti complicate.”

Chiudendo il suo intervento, ha citato con riluttanza la celebre frase di Clemenceau – “La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai militari” – per ribaltarla parzialmente: “Penso che i cittadini meritino politici migliori e mi auguro sinceramente che ciò possa avvenire prima che il metaforico ‘orologio dell’apocalisse’ consumi l’ultimo secondo.” Un monito chiaro, rafforzato da un dato allarmante: “Nel 2025 siamo a 89 secondi dalla fine simbolica del mondo, secondo il Bulletin of the Atomic Scientists. Quando fu creato, eravamo a sette minuti.”

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

Si chiude la vicenda che aveva tenuto banco in consiglio provinciale con due bocciature. Ora...
Il vicepresidente del consiglio comunale: "Insicurezza percepita, ma la situazione non è grave. Il Comune...
Il Comune interviene con un piano organico per rafforzare la sicurezza urbana: più agenti, centrale...

Altre notizie