Papa Francesco, il lavoro e Ast: “Dignità e bene primario”. Quello striscione all’Angelus

Nel 2014 per ben due volte l'acciaieria si incrociò con la Santa Sede: prima per l'anniversario delle fondazione e poi per una protesta degli operai in piazza San Pietro. Il testo del discorso del Santo Padre

Papa Francesco, morto questa mattina alle 7.35 a casa Santa Marta, non  aveva ancora visitato Terni, ma Terni era stata da Lui. Il 31 agosto del 2014,  qualche decina di operai dell’Ast di Terni prese parte a Roma in piazza San Pietro all’Angelus Con loro anche il vescovo appena insediato Giuseppe Piemontese.

Portarono all’attenzione del Pontefice la situazione dell’Ast, in un momento in cui la multinazionale tedesca aveva annunciato 500 esuberi. Portarono uno striscione nel quale c’era scritto “In difesa della dignità dei lavoratori dell’acciaieria di Terni”.

Proprio a loro – e a tutti i fedeli della Diocesi di Terni-Narni-Amelia Papa Francesco aveva dedicato pochi mesi prima un discorso in occasione dei 130 anni dalla fondazione di Ast. Era il 20 Marzo ed erano gli ultimi giorni dell’amministratore apostolico monsignor Ernesto Vecchi.

Fu l’occasione anche per ricordare la visita che uno dei suoi predecessori Giovanni Paolo II fece alle acciaierie: “Tutta la Chiesa è impegnata in una conversione pastorale e missionaria – disse il Pontefice -l’impegno primario è sempre quello di ravvivare le radici della fede e della vostra adesione a Gesù Cristo. Qui sta il principio ispiratore delle scelte di un cristiano: la sua fede. La fede sposta le montagne! La fede cristiana è in grado di arricchire la società grazie alla carica di fraternità concreta che porta in sé stessa. Una fede accolta con gioia, vissuta a fondo e con generosità può conferire alla società una forza umanizzante”

Toccanti anche le parole sul mondo del lavoro: “Questo incontro mi offre la possibilità di rinnovare la vicinanza di tutta la Chiesa, non solo alla società “Acciai Speciali Terni”, ma alle aziende del vostro territorio e, più in generale, a tutto il mondo del lavoro”

“Occorre riaffermare – disse in quella occasione il Santo Padre – che il lavoro è una realtà essenziale per la società, per le famiglie e per i singoli. Il lavoro, infatti, riguarda direttamente la persona, la sua vita, la sua libertà e la sua felicità. Il valore primario del lavoro è il bene della persona umana, perché la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue capacità intellettive, creative e manuali. Da qui deriva che il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, ma soprattutto una finalità che interessa l’uomo e la sua dignità. La dignità dell’uomo è collegata al lavoro”.

E ancora: ” Ho sentito alcuni giovani operai che sono senza lavoro, e m’hanno detto questo: “Padre, noi a casa – mia moglie, i miei figli – mangiamo tutti i giorni, perché alla parrocchia, o al club, o alla Croce Rossa ci danno da mangiare. Ma, Padre, io non so cosa significa portare il pane a casa, e io ho bisogno di mangiare, ma ho bisogno di avere la dignità di portare il pane a casa. Chi è disoccupato sottoccupato rischia, infatti, di essere posto ai margini della società, di diventare una vittima dell’esclusione sociale”.

Il problema della disoccupazione, appunto. Secondo Papa Francesco “è connseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro! Pertanto, i diversi soggetti politici, sociali ed economici sono chiamati a favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà. Questa parola, in questo momento, rischia di essere esclusa dal dizionario, ma è importante. Tuttavia questo ema non le vuole tanto bene, preferisce escluderla. Questa solidarietà umana che assicura a tutti la possibilità di svolgere un’attività lavorativa dignitosa. Il lavoro è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti. La fase di grave difficoltà e di disoccupazione richiede di essere affrontata con gli strumenti della creatività e della solidarietà. La creatività di imprenditori e artigiani coraggiosi, che guardano al futuro con fiducia e speranza. E la solidarietà fra tutte le componenti della società, che rinunciano a qualcosa, adottano uno stile di vita più sobrio, per aiutare quanti si trovano in una condizione di necessità”

 

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