Terni senza Umbria Jazz, M5S all’attacco: “Spente cultura, turismo ed economia”

Il M5S Terni attacca la decisione di Bandecchi di cancellare Umbria Jazz: “Così si spegne cultura, turismo ed economia”. Critiche anche al progetto del Gospel Festival.

Terni perde Umbria Jazz nel 2025 e si riaccende il dibattito politico. Il Movimento 5 Stelle locale ha espresso forte dissenso verso la decisione dell’amministrazione guidata da Stefano Bandecchi di rinunciare alla rassegna jazzistica di rilevanza internazionale, sostituendola nel 2026 con un generico “Umbria Gospel Festival”.

Il M5S ha parlato senza mezzi termini di una “scelta miope e dannosa per la città”, sottolineando come Umbria Jazz rappresentasse un’occasione unica per Terni di affacciarsi sul panorama culturale nazionale. “Bandecchi cancella l’Umbria Jazz Weekend e, con un colpo solo, spegne cultura, turismo ed economia locale”, affermano i pentastellati in una nota durissima.

Nel comunicato, il gruppo evidenzia che le promesse elettorali del sindaco non trovano riscontro nella realtà cittadina attuale, ricordando che Bandecchi aveva parlato di una Terni a “vocazione turistica”. Ma oggi, dopo due anni dall’insediamento, secondo il M5S, il bilancio è ben diverso: “Presenze turistiche in calo, piazze vuote e un evento internazionale buttato via con leggerezza”.

La rassegna jazz, oltre ad avere un impatto culturale, veniva vista come un potente volano economico e sociale: “Era vita nei locali, alberghi pieni, lavoro per commercianti, artisti e tecnici. Era l’unico momento in cui Terni brillava sui media nazionali”.

Particolarmente critico il giudizio sulla proposta alternativa del sindaco: un festival gospel previsto per il 2026, privo però, secondo il M5S, di identità e solidità. “Bandecchi ha scelto di sostituirlo con un vago Umbria Gospel Festival nel 2026, senza brand riconosciuto, senza visione, senza appeal”, si legge nel testo.

Secondo il Movimento, si sta tentando di ripetere l’esperienza fallimentare di “Terni in Jazz”, definita come un “flop colossale”, caratterizzato da “rassegne improvvisate, poca qualità artistica, nessuna risonanza nazionale e pubblico assente”.

Il gruppo consiliare pentastellato sottolinea inoltre che Umbria Jazz non era solo un festival musicale, ma anche un’occasione di riscatto urbano: “Terni non è mai stata una città della musica, ma con Umbria Jazz sembrava finalmente poter uscire dal cono d’ombra in cui è precipitata da decenni”.

Il ritorno economico della manifestazione, stando ai dati riportati, era superiore all’investimento pubblico: “I 180mila euro investiti dal Comune, a cui si aggiungevano i 200mila della Fondazione Carit, generavano un ritorno turistico ed economico ampiamente superiore”.

E a chi spera in una replica del modello Orvieto, il M5S risponde con scetticismo: “Illudere i cittadini che si possa replicare a Terni un evento come l’Umbria Jazz Winter di Orvieto è l’ennesimo bluff di Bandecchi”. Orvieto, ricordano, ha un budget di 800mila euro e una storica vocazione turistica, caratteristiche che Terni, al momento, non condivide.

Difendere Umbria Jazz significa difendere il futuro di Terni”, conclude il Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle, lanciando un appello all’amministrazione per ripensare le strategie culturali. Secondo il M5S, solo idee chiare, investimenti mirati e un’amministrazione lungimirante potranno far ripartire la città.

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