Schlein in Umbria: “Basta armi a Israele: compie crimini di guerra”

La segretaria del Pd chiude l'evento dem a Gubbio e prende posizione sul conflitto. Ondata di critiche da parte di FdI, Iv e Fi: "Dimenticato l'attacco di Hamas"

Nell’incontro di Gubbio, Elly Schlein, gretaria del Partito Democratico (Pd), ha preso una posizione forte sul tema del commercio di armi, specialmente in riferimento al Medio Oriente e, in particolare, a Israele. “Dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l’invio di armi e l’esportazione di armi verso i conflitti”, ha dichiarato la Schlein.

Schlein ha sottolineato che non si può correre il rischio che le armi vengano usate per commettere possibili crimini di guerra.Un posizione che di fatto avvicina Schlein al Movimento 5 Stelle e che di fatto sconfessa la linea internazionale che sostiene invece Israele, aggredito lo scorso 7 ottobre. Una linea, quella di Schlein che sembra orientarsi verso un pacifismo più estremo, in contrasto con la linea tradizionalmente filo-europea e filo-atlantista del Pd.

La leader dem inoltre ribadito l’importanza di un contributo significativo dell’Unione Europea nella questione, enfatizzando che “altrimenti saremo condannati all’irrilevanza sullo scacchiere internazionale”. Ha poi criticato la recente risoluzione del Parlamento europeo a sotegno di Israele, lamentando che sia stata indebolita dalle forze politiche di destra.

Le dichiarazioni di Schlein hanno suscitato forti reazioni. Il gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati ha definito le sue parole come “inaccettabili e vergognose”, sostenendo che negano gli atti di violenza perpetrati da Hamas. Andrea Orsini, capogruppo di Forza Italia in Commissione esteri, ha espresso preoccupazione per la superficialità con cui Schlein affronta il conflitto, sostenendo che il governo ha già sospeso la vendita di armi ai paesi in conflitto da ottobre: “Inoltre – sottolinea Orsini -prendo atto che il leader del Partito Democratico, anticipando la
sentenza della Corte dell’Aja, si allinea ai giudizi del vasto fronte anti-occidentale che condanna Israele a prescindere, senza tenere conto dei fatti e delle circostanze. Questa non è certo la strada per favorire la pace, né per costruire la soluzione “due popoli, due stati” che sarà praticabile solo quando Israele avrà la ragionevole certezza di non subire mai più aggressioni e massacri come quello del 7 ottobre”

Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, ha criticato la posizione di Schlein, sostenendo che il suo approccio possa danneggiare il processo di pace e portare a un’identificazione con posizioni minoritarie e frazioniste: “Per noi – dice Borghi- per noi è sempre valida la lezione di Aldo Moro sull’ ‘equidistanza attiva’: l’Italia deve lavorare per invitare il mondo arabo a riconoscere Israele come entità statuale con cui negoziare, e allo stesso tempo operare per evitare l’oltranzismo della classe politica israeliana”.

In conclusione, Schlein ha ribadito il suo supporto all’Ucraina, sottolineando la necessità di un ruolo politico e diplomatico più forte da parte dell’Unione Europea.

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