Carcere di Terni, detenuto reitera violenze: “Venga trasferito”

Nuovo episodio di aggressione e minacce, con protagonista lo stesso nordafricano che il 21 febbraio aveva aggredito tre agenti. Intervento della Fp Cgil: "Nessuno finora ha fatto nulla"

L’ultimo episodio di violenza verificatosi all’interno della casa circondariale di Terni ha sollevato serie preoccupazioni sulla sicurezza e gestione del penitenziario. Claine Montecchiani, dirigente sindacale della Fp Cgil Polizia Penitenziaria, ha lanciato l’allarme, rivelando che “lo stesso detenuto nordafricano responsabile dell’aggressione a tre agenti il 21 febbraio, ha proseguito con comportamenti aggressivi, minacciando seriamente altri membri del personale”. Nonostante la gravità degli atti, “nessun provvedimento disciplinare è stato ancora preso nei suoi confronti, né è stato trasferito, contrariamente a quanto prevedono le normative in caso di violenze contro gli agenti”.

La situazione ha suscitato la richiesta di un’azione decisa da parte dell’amministrazione, che viene accusata di adottare una strategia troppo passiva. Valentina Porfidi, segretaria generale della Fp Cgil, ha commentato: “Ci troviamo di fronte all’inerzia di un’amministrazione incapace di utilizzare gli strumenti normativi a disposizione per fronteggiare adeguatamente questi episodi”. La soluzione proposta è “l’immediato trasferimento del detenuto, in linea con le procedure standard previste in questi casi”.

Mirko Manna, rappresentante della Fp Cgil su scala nazionale, ha evidenziato che “la situazione del carcere di Terni è stata oggetto di denunce ripetute, che sottolineano l’urgenza di un intervento mirato da parte del DAP per ristabilire l’ordine e la sicurezza”. Da parte sua, la Fp Cgil di Terni insieme all’organizzazione nazionale “sollecita un incontro urgente con le autorità per discutere le problematiche emerse e definire un piano d’azione che includa una valutazione critica della conduzione attuale del penitenziario”.

Le richieste puntano a sollecitare una riflessione profonda sulla gestione della struttura e sulla necessità di garantire la sicurezza di chi vi lavora e vi è detenuto, insistendo affinché “le norme vigenti siano applicate con rigore, evitando di minimizzare gli episodi di violenza e di assicurare un ambiente sicuro per tutti”.

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