A partire da lunedì prossimo, 27 maggio, il Comune di Terni avvierà il progetto sperimentale denominato “Lavoro di cittadinanza”, che prevede 25 percorsi di tirocinio extracurriculare con un’indennità di 450 euro lordi mensili per un impegno di venti ore settimanali. Il progetto, della durata di sei mesi rinnovabili per altri sei, mira a offrire opportunità di inclusione sociale e socio-lavorativa ai residenti nel Comune di Terni appartenenti alle fasce deboli o a rischio povertà.
L’avviso pubblico sottolinea che il progetto è rivolto a coloro che hanno un’età compresa tra i 29 e i 64 anni, un’attestazione ISEE in corso di validità non superiore a 9.360 euro, e che non usufruiscono del Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) o dell’Assegno di Inclusione istituito dal 1° gennaio 2024. Il Comune ha stanziato complessivamente 135mila euro per questo progetto, con un mix di contributi statali (95mila euro) e fondi comunali (40mila euro).
Il progetto “Lavoro di cittadinanza” prevede l’impiego dei tirocinanti in progetti gestiti da soggetti del terzo settore, i cui dettagli operativi saranno definiti successivamente. L’obiettivo è rafforzare l’occupabilità di specifici segmenti di popolazione più debole, offrendo percorsi personalizzati di inclusione sociale e lavorativa.
L’assessore al welfare Viviana Altamura ha espresso soddisfazione per l’avvio di questo progetto, sottolineando l’importanza di offrire non solo un sostegno economico, ma anche un’opportunità di inserimento in un contesto lavorativo, che fornisca ai partecipanti una dimensione sociale oltre che professionale. “Siamo davvero soddisfatti come amministratori di aver dato l’avvio a un progetto sperimentale di questo tipo,” ha dichiarato Altamura. “L’auspicio è che si apriranno all’interno delle aziende dove verranno inseriti degli spiragli per poter poi convertire il tirocinio in un vero e proprio contratto di lavoro.”
Non sono mancate le critiche dall’opposizione, in particolare dal Movimento 5 Stelle, che ha descritto il progetto come insufficiente per affrontare le reali esigenze delle persone in difficoltà economica. “Alla fine la montagna ha partorito il topolino,” ha dichiarato il Movimento, evidenziando che l’indennità di 450 euro lordi mensili per 20 ore settimanali non rappresenta una soluzione adeguata per uscire dalla povertà estrema. ” A questo punto sorge spontanea la domanda: siamo in presenza di tirocini o di sfruttamento? – scrivono i grillini – Se l’intento dell’amministrazione Bandecchi è quello di ridare dignità lavorativa a questi soggetti, sicuramente questo è il modo sbagliato. La dignità lavorativa è indissolubilmente collegata alla dignità economica e non sembra questo il caso.”