Leonardi esclusa dal dibattito di Legacoop: “Democrazia negata per un vero cambiamento in Umbria”

Martina Leonardi, candidata presidente per il PCI e Potere al Popolo alle elezioni regionali in Umbria, esprime il suo disappunto per essere stata esclusa dal dibattito organizzato da Legacoop.

. La candidata ha ribadito il suo impegno per una politica alternativa, sottolineando l’importanza della cooperazione autentica e delle pari opportunità per tutti i candidati.

Leonardi denuncia quella che considera una mancanza di pluralismo, notando che l’invito al dibattito è stato esteso solo alle due candidate di centro-destra, Donatella Tesei e Stefania Proietti. La decisione di escludere altre voci viene interpretata come un tentativo di limitare il confronto democratico: “Lega Coop ha scelto di dare visibilità solo a coloro che si trovano in una posizione politica più allineata agli interessi di alcune categorie”, afferma Leonardi. Anche altre associazioni come Confindustria, Confcooperative e Confagricoltura hanno adottato simili scelte di esclusione, spiega.

Leonardi, che ha lavorato per anni nel settore cooperativo, sostiene che un approccio autenticamente cooperativo debba promuovere la redistribuzione della ricchezza come valore fondante. “È un modello che funziona solo quando una cooperativa opera nel pieno rispetto dei propri valori fondanti, in particolare quello di ridistribuire ricchezza e opportunità in modo equo”. Ma nella realtà attuale, secondo Leonardi, questa visione sarebbe stata tradita, e punta il dito contro Legacoop, che, a suo avviso, non si oppone abbastanza agli “utilizzatori di imprese cooperative come vantaggio” senza il vero spirito cooperativo.

Un esempio eclatante di queste dinamiche, spiega la candidata, è la GDO, il comparto della Grande Distribuzione Organizzata, che in Umbria realizza un fatturato di circa 7 miliardi di euro, mentre i dipendenti percepiscono stipendi esigui, spesso inferiori a 1300 euro. Leonardi pone l’accento sul caso di Pac 2000, una cooperativa legata a Legacoop, che a suo parere sfrutta i lavoratori trattandoli come “forza lavoro”, senza una vera attenzione alle persone e ai loro diritti. In particolare, la candidata denuncia l’assenza di un’etica cooperativa in queste realtà, sostenendo che una vera cooperazione si basi su giustizia, equità e rispetto.

Leonardi critica anche la gestione del lavoro di cura, in particolare nei servizi educativi e assistenziali, dove gli operatori altamente qualificati continuano a essere sottopagati nonostante le richieste di maggior professionalità. “La contrattazione collettiva sembra aver lasciato questi lavoratori indietro, con aumenti salariali minimi che non tengono conto del loro reale contributo alla società”, afferma.

In conclusione, Leonardi ribadisce il suo appello per una politica che si schieri dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici, chiedendo che le realtà cooperative come Legacoop tornino a rappresentare e promuovere le buone pratiche di cooperazione, anziché sostenere solo il profitto. “Finché i gruppi di potere saranno vicini ai rappresentanti politici capitalisti, difficilmente ci sarà un reale cambiamento”, conclude. Questa esclusione dal dibattito, per Leonardi, è emblematica di un sistema che non dà spazio a voci alternative, riducendo così le possibilità di una reale partecipazione democratica.

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