No a termovalorizzatore, sindaci di centrodestra: “Decisione scellerata”

Il coordinamento dei sindaci di centrodestra attacca la decisione di sospendere la realizzazione dell'impianto e accusa la sinistra di ignorare le problematiche ambientali.

Una forte reazione arriva dal coordinamento dei sindaci di centrodestra dell’Umbria dopo la decisione di Auri (Autorità Umbra per i Rifiuti e l’Idrico) di sospendere la procedura per la realizzazione di un termovalorizzatore nella regione. La notizia ha suscitato un’ondata di critiche, che accusano la sinistra umbra di aver preso una “scelta scellerata” in tema di gestione dei rifiuti.

Il coordinamento, in una nota ufficiale, ha espresso la propria preoccupazione per l’impatto che la decisione avrà sul territorio: “Continueremo a portare i nostri rifiuti nelle discariche”, hanno dichiarato i sindaci, “con tutti i problemi che queste comportano per i cittadini e per l’ambiente, che evidentemente non interessano a nessuno”. La critica si concentra sul fatto che la politica regionale non sembra considerare l’impatto negativo di una gestione obsoleta dei rifiuti, con l’uso delle discariche come unica soluzione.

Una decisione che ignora le direttive europee – Secondo i sindaci di centrodestra, la decisione di sospendere il progetto del termovalorizzatore è in contrasto con le direttive europee, che impongono di trasformare i rifiuti in energia e di utilizzare le discariche solo come ultima risorsa. “Chi se ne importa dei nostri paesaggi e delle valli umbre deturpate da milioni di tonnellate di rifiuti?” hanno aggiunto i sindaci, criticando la gestione della questione da parte della sinistra. La sospensione del progetto significa non solo rinviare la possibilità di una soluzione più moderna e sostenibile, ma anche compromettere la salute e la sicurezza dei cittadini umbri.

Lamentato il mancato sviluppo delle discariche – Il coordinamento ha inoltre evidenziato che, con questa decisione, gli impianti già esistenti, come quelli delle Crete ad Orvieto, di Borgogiglione a Magione e di Belladanza a Città di Castello, non solo non vedranno una chiusura a breve termine, ma rischiano addirittura di essere ampliati. Questo sviluppo, secondo i sindaci, rappresenta un ulteriore danno per l’ambiente e per i residenti, i quali speravano in una riduzione dell’impatto delle discariche nelle loro comunità.

I timori per i futuri aumenti della Tari – In un altro passaggio della nota, i sindaci hanno messo in luce i rischi economici legati alla gestione dei rifiuti senza soluzioni alternative. “Quando fra tre mesi verranno approvate le tariffe della Tari per il 2025, i cittadini capiranno cosa ha comportato questa scelta”, hanno affermato, alludendo a possibili aumenti dei costi per la gestione dei rifiuti. La preoccupazione principale riguarda gli aumenti della Tari, con la previsione che gli umbri dovranno affrontare una crescita dei costi, già preannunciata come inevitabile.

Conclusioni: una lotta contro l’ambientalismo radicale – Infine, i sindaci hanno dichiarato che non si fermeranno di fronte a questa decisione. “Loteremo con tutte le forze contro questo scempio”, hanno concluso, accusando la sinistra di fare il gioco degli “ambientalisti radicali”, che, a loro avviso, sono più interessati a ideologie ecologiste estreme che a soluzioni concrete per i problemi reali della regione. La battaglia, quindi, non si limita alla gestione dei rifiuti, ma si estende anche al futuro economico e sociale dell’Umbria.

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