Sindacati dei metalmeccanici umbri, insieme a quelli del comparto chimico, a Bruxelles per la manifestazione indetta da Industriall, prima in piazza poi al parlamento europeo per sostenere l’occupazione dell’industria europea.
La Fim Cisl Umbria, presente il segretario generale Simone Liti, dopo l’evento in piazza con gli altri sindacati italiani ed europei, ha incontrato gruppi politici aderenti a The Left (sinistra), S&D (socialisti) e Greens (Verdi). Sul piatto ovviamente il tema caldissimo dell’energia
“Il settore metalmeccanico sta pagando un prezzo altissimo rispetto alla transizione green e digitale – dichiara Ferdinado Uliano Segretario Generale della Fim Cisl Nazionale – servono politiche industriali e investimenti, vediamo invece un’Europa che sta tornando alle politiche di austerity. Dobbiamo avere una politica industriale comune per salvaguardare settori chiave come automotive e siderurgia.Servono subito investimenti in formazione, infrastrutture sostenibili,rafforzamento della contrattazione e fondo speciale per i lavoratori. Altro tema determinate sarà il tema dell’energia che sta caratterizzando le sorti industriali del nostro paese”.
Parole a cui si accoda la delegazione formata oltrechè da Liti, anche da Andrea Calzoni, Antimo Zucchetti, Emiliano Petralla, Federica Abbati, Marco Giardinieri, Massimiliano Romualdi e Rocco Ricciarelli. “I temi di oggi sono i temi e le sofferenze che sta avendo anche il nostro settore manifatturiero umbro e le sofferenze che i lavoratori ci rappresentano tutti – i giorni dichiara Simone Liti- dalle aziende dove il loro core business è la componentistica auto e il tema dell’energia, dove la sofferenza é in capo alle aziende energivore, ad Arvedi-Ast alle ex Fonderie Tacconi e altre”
I temi della manifestazione
Industriall, la federazione dei sindacati europei dell’industria, ha indetto la manifestazione per chiedere un piano europeo per l’energia a sostegno dell’industria. In particolare, sono cinque i punti di azione proposti: proteggere la forza lavoro attraverso una moratoria sui licenziamenti e l’attivazione di programmi quali Sure 2.0 (strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione); fermare le regole dell’austerità, favorendo investimenti sociali e per la transizione ecologica; appalti e investimenti pubblici per rilanciare le attività; colmare il gap di investimenti per supportare l’industria; assicurare la resilienza dell’industria europea nel mercato globale, contrastando la concorrenza sleale e gli accordi commerciali iniqui. Industriall richiede investimenti nella formazione necessaria a lavoratrici e lavoratori nelle fasi di transizione; piani industriali legati alle condizionalità sociali; il diritto all’energia a prezzi sostenibili; più democrazia sui luoghi di lavoro; l’applicazione di regole e controlli equi lungo tutta la catena produttiva.
Presente anche la Fiom Cgil che denuncia “l’assenza di strategie industriali che si scaricano sui territori. Terni ne è l’esempio più significativo”.La Fiom Cgil di Terni ha partecipato con una delegazione composta dal segretario generale Alessandro Rampiconi e i delegati di Acciai speciali Terni, Massimiliano Catini e Corrado Isidori: “Acciai Speciali Terni ha già ridimensionato gli investimenti annunciati e ad oggi, nonostante i proclami del Governo, non ci sono soluzioni per i maggiori costi dell’energia. Questa situazione tra l’altro sta indebolendo l’area a caldo, cosa che
denunciando ormai da tre anni in perfetta solitudine. L’importazione delle bramme dall’Indonesia sono la cartina torna sole della concorrenza sleale e degli accordi commerciali iniqui. Ci auguriamo che termini finalmente una fase di stallo snervante e che si metta a terra quello che resta del piano industriale per rilanciare comunque Acciai Speciali Terni”, sottolineano.