Prosegue con grande successo l’edizione 2025 dell’Umbria Classic Festival, organizzata dall’associazione Mozart Italia Terni, che dopo le tappe di Terni e Amelia approda a Narni con un evento di grande raffinatezza artistica. Lunedì 24 marzo alle ore 19.00, nella suggestiva cornice della biblioteca diocesana “Beata Lucia Broccadelli” di Palazzo Vescovile, si terrà il terzo concerto in programma, intitolato “Volando su un tappeto di note”, con protagonista il Trio Liszt, formato da Elia Chiesa (violino), Luigi Visco (violoncello) e Christian De Luca (pianoforte).
La serata prevede due capolavori della musica da camera: il Trio Op.1 No.3 di Ludwig van Beethoven, composto da quattro movimenti in cui si alternano energia e lirismo, e il Trio No.2 Op.80 in fa maggiore di Robert Schumann, brano intensamente espressivo che si distingue per la profondità emotiva e la ricchezza di contrasti. Il repertorio scelto mira a offrire un’esperienza di ascolto coinvolgente, nella quale ogni elemento musicale si intreccia per creare un racconto sonoro articolato e dinamico.
Musica, arte e territorio: una sinergia consolidata
La manifestazione è promossa con il supporto dei Comuni di Terni, Amelia e Narni, in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali della Diocesi e con il sostegno della Fondazione Carit. Il concerto di Narni è reso possibile anche grazie alla disponibilità di don Claudio Bosi, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi, e di don Sergio Rossini, parroco della cattedrale di Narni. L’evento sarà accompagnato da una degustazione di vini a cura della Cantina Cavalier Mazzocchi 1919, che unisce la qualità musicale a quella enologica del territorio.
Il Trio Liszt nasce dall’unione di tre musicisti con origini differenti, ma accomunati dalla stessa visione artistica. “Ci siamo trovati quasi per destino, ed è stato subito chiaro che la nostra voce musicale parlava la stessa lingua”, raccontano. Il nome omaggia Franz Liszt, icona di sperimentazione e intensità emotiva, ma richiama anche un elemento personale: il cane del violinista Elia, chiamato proprio Liszt, partecipe silenzioso di ogni prova.
Il trio mira a trasformare la musica in una narrazione viva e multidimensionale, capace di includere elementi delle altre arti. “Puntiamo a un suono che sia come una conversazione fluida, dove tensione e rilascio si susseguono come in un dialogo teatrale”. Ogni frase musicale viene scavata a fondo, con l’intento di restituire l’essenza espressiva della partitura senza perdere l’equilibrio tra emozione e struttura.
L’ensemble guarda al futuro con ambizione e curiosità, desiderando ampliare il proprio repertorio e valorizzare opere meno conosciute. Il sogno? Portare la propria musica in giro per il mondo, creando una connessione sempre più intensa con il pubblico. Alla domanda su una possibile collaborazione con artisti del passato, non mancano le suggestioni: Beethoven, Liszt, Bach e Arvo Pärt sono tra i nomi evocati, come simboli di visione, spiritualità e profondità espressiva.