Venerdì 28 marzo, i metalmeccanici di tutta Italia hanno incrociato le braccia per otto ore, con Terni tra le città protagoniste della protesta. Lo sciopero, indetto da Fim, Fiom e Uilm, è stato organizzato per sbloccare la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto a giugno 2024.
“La trattativa è ferma da mesi e i lavoratori sono stanchi di questa situazione”, spiega Emilio Trotti di Fim Cisl, sottolineando come il blocco negoziale sia responsabilità di Federmeccanica, che “sta calpestando la dignità di tutti i lavoratori”.
A Terni, inoltre, cresce la preoccupazione per il futuro della sede locale di Faurecia (Forvia), dopo che l’azienda ha incentivato circa 50 uscite volontarie. “Non possiamo accettare che il nostro territorio perda ulteriori posti di lavoro senza risposte chiare sul futuro”, aggiunge Alessandro Rampiconi di Fiom Cgil che poi evidenzia il peso economico delle mobilitazioni per i lavoratori: “Abbiamo già accumulato 24 ore di sciopero in tre mesi. Ogni volta è un sacrificio, ma necessario per rivendicare i nostri diritti”.
Manifestazione sotto la sede di Confindustria
Nonostante la pioggia battente, i sindacati hanno dato vita a un presidio di protesta sotto Confindustria. “Neanche il maltempo ci ha fermati”, sottolinea Simone Lucchetti, segretario della Uilm, spiegando come la lotta non sia solo per il contratto, ma anche per “salari, salute e sicurezza, temi che non possono più essere ignorati”.
La mobilitazione per il contratto nazionale è in corso da novembre 2023, quando Federmeccanica ha interrotto le trattative. “Dopo 11 mesi di attesa e una piattaforma votata dal 98% dei lavoratori, ci troviamo ancora senza risposte”, ha ribadito Trotti, accusando la controparte di essersi “arroccata sulle proprie posizioni senza alcuna volontà di confronto”.
I sindacati chiedono la ripresa immediata delle negoziazioni, mentre la protesta prosegue con nuove mobilitazioni già in programma. “Non ci fermeremo finché non avremo ottenuto un contratto giusto per tutti i lavoratori”, hanno concluso i rappresentanti sindacali.