“Giù le mani dal palazzo comunale di Collescipoli”. È il grido che accompagna la petizione lanciata dall’associazione culturale L’Astrolabio per contrastare l’iniziativa del Comune di Terni, che ha inserito l’edificio tra i 17 beni oggetto di un avviso pubblico per la concessione in valorizzazione, al fine di trasformarlo in una struttura ricettiva attraverso l’accesso a fondi regionali Gepafin/Sviluppumbria.
Il presidente dell’associazione, Giuseppe Rogari, ha diffuso una nota in cui sottolinea la forte opposizione della comunità: “La nostra associazione e moltissime altre persone si oppongono alla devastazione di questo bene. Dar corso a questa idea vorrebbe dire per Collescipoli perdere un monumento simbolico della sua storia”. Rogari punta anche il dito sulla soppressione di servizi pubblici, come la stazione distaccata della Polizia Municipale, “confermata dall’assessore Bordoni in consiglio comunale”.
Un simbolo storico e culturale del borgo
L’ex palazzo comunale di Collescipoli risale al Medioevo ed è sede di sale affrescate, un’antica prigione, la stanza dell’orologio e quella della “salara”, oltre all’archivio storico del borgo. Dopo un importante intervento di recupero avvenuto nel 2005, finanziato con 900mila euro provenienti da fondi per il terremoto, l’edificio è tornato a vivere come spazio civico: oggi ospita la sede distaccata dei vigili urbani, la Pro Loco e l’unica sala assembleare pubblica del borgo.
Tuttavia, con l’avviso pubblico reso noto di recente, il Comune di Terni ha aperto alla possibilità di concedere in uso l’immobile a un soggetto privato, che potrebbe mantenerlo in gestione per un massimo di 50 anni, con l’impegno di effettuare opere di manutenzione. Una prospettiva che allarma i cittadini, tanto che nei giorni scorsi anche il Partito Democratico aveva chiesto l’accesso agli atti per capire le motivazioni di questa scelta e anche Fratelli d’Italia, sul fronte opposto, ne chiedeva conto a Palazzo Spada.
“Un atto incomprensibile”, scrivono i promotori della petizione, “poiché il palazzo non è affatto inutilizzato. Sarebbe un esproprio alla comunità, non giustificato da esigenze della popolazione”.
L’associazione ha raccolto oltre 283 firme in pochi giorni, numero in costante aumento. Rogari ricorda che l’anno scorso la stessa amministrazione aveva previsto fondi per la manutenzione dell’edificio, insieme al chiostro di Santa Cecilia e a palazzo Catucci. “Parliamo di beni di grande valore artistico e storico, ma quell’impegno è rimasto disatteso”, sottolinea.
L’inserimento del palazzo comunale nell’avviso di valorizzazione, secondo L’Astrolabio, equivarrebbe a un danno irreparabile, poiché snaturerebbe l’identità del luogo, privando Collescipoli di un punto di riferimento civico, sociale e culturale.