Con una lunga e accesa riunione durata quasi dieci ore, il consiglio regionale dell’Umbria ha approvato il disegno di legge sulle disposizioni in materia di tributi regionali, fulcro della manovra finanziaria 2025. L’obiettivo: coprire un disavanzo di 73 milioni di euro, rivisto al ribasso dopo il controllo dei tecnici del ministero dell’Economia e delle Finanze rispetto ai 90 milioni inizialmente comunicati. La giunta guidata da Stefania Proietti ha spinto sull’approvazione per scongiurare il rischio di commissariamento.
Le nuove aliquote Irpef e Irap
La manovra prevede un intervento da 52 milioni di euro, suddiviso in 14 milioni derivanti dall’aumento dell’Irap – che passa dal 3,90% al 4,30% – e 38 milioni dall’Irpef, modificata con criteri di progressività.
I redditi fino a 28.000 euro godranno di una “no tax area” effettiva, mentre:
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la fascia 28.001-50.000 euro vedrà salire l’aliquota dall’1,67% al 3,12%, ma con una detrazione di 150 euro;
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i redditi sopra i 50.000 euro passeranno dall’1,83% al 3,33%.
A partire dal 2026, entrerà in vigore anche la maggiorazione dello 0,4% sull’Irap, portando l’aliquota ordinaria al 4,3%. Nessuna variazione invece per quanto riguarda il bollo auto.
Un dibattito acceso e il voto finale
La seduta si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare tre donne umbre vittime di femminicidio. A seguire, le tensioni si sono subito accese con la richiesta della consigliera Eleonora Pace (FdI) di discutere una mozione di sfiducia, respinta dalla maggioranza con 13 voti contrari su 21.
Durante il dibattito, i toni si sono inaspriti. L’ex presidente Donatella Tesei ha accusato la giunta di aver usato “numeri gonfiati” per giustificare una manovra che ha definito “devastante” per le famiglie umbre. Secondo Tesei, il disavanzo effettivo sarebbe di soli 34 milioni e il commissariamento evitabile. Anche altri consiglieri di opposizione hanno puntato il dito contro quella che hanno definito una gestione poco trasparente.
La posizione della maggioranza
L’assessore Tommaso Bori ha invece spiegato che il provvedimento è il frutto di un ampio confronto con sindacati, enti locali e rappresentanti delle imprese, e che si tratta della prima riforma fiscale a salvaguardia dei redditi più bassi. Il presidente della I commissione, Francesco Filipponi, ha illustrato i numeri della manovra, citando una riduzione di 40 milioni nei trasferimenti statali alla Regione e 20 milioni in meno ai Comuni, oltre al problema strutturale della mobilità passiva sanitaria, cresciuta del 23% in cinque anni.
L’intervento di Stefania Proietti
In chiusura, la presidente Stefania Proietti ha sottolineato la strutturalità del disavanzo, ribadendo che il report della società di revisione KPMG sarà ufficialmente consegnato entro il 30 aprile. Ha annunciato che a partire da maggio sarà avviato il percorso di condivisione del nuovo piano sociosanitario regionale, che arriverà in aula in autunno, invitando tutte le forze politiche alla collaborazione.
I dettagli tecnici della manovra
Il documento approvato prevede che, per i redditi fino a 28.000 euro, l’intera maggiorazione dell’Irpef non si applichi nei prossimi tre anni. Gli scaglioni Irpef saranno rimodulati come segue:
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fino a 15.000 euro: 0,50%
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da 15.001 a 28.000 euro: 1,79%
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da 28.001 a 50.000 euro: 1,89%
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oltre 50.000 euro: 2,1%
La manovra servirà a garantire i servizi essenziali, tra cui sanità pubblica, trasporto locale, diritto allo studio, politiche sociali, ambiente e cofinanziamento dei programmi europei.