Ast, dal tavolo al Mise nuovo rinvio: “Accordo entro Maggio”. Sindacati divisi: “Basta annunci”

Fumata grigia dall'incontro al tavolo ministeriale. Arrivano 59 nuove assunzioni e restano gli investimenti - tranne il magnetico - e calano i volumi prroduttivi. Incertezza sull'energia. Cisl e Uil fiduciose, Cgil e Fismic fortemente critiche, Ugl attendista

Un nuovo rinvio, ma anche la conferma degli investimenti, eccezion fatta per quelli sul magnetico rinviati sine die, in attesa di capire quali saranno le strategie per l’Europa sul fronte automotive. Il tavolo di confronto convocato al Mise dal Ministro Aldofo Urso ha visto per la prima volta presenti tutte le forze in campo: Governo (presente anche il ministero dell’ambiente), Regione, Comune, sindacati e naturalmente Arvedi Ast, rappresentata da Mario Caldonazzo.

L’azienda, nel dettaglio, ha confermato l’implementazione del piano investimenti già avviato per 300 milioni fino ad arrivare a 560, dei quali 70 inanziati a fondo perduto dal Mimit (60 con contratto di sviluppo dopo la perdita dei fondi PNRR “Hard to abate” e 10 con risorse dirette) e annunciato 59 nuove assunzioni dirette.  I soldi saranno destinati all’elettrificazion e all’aumento dell’efficienza della produzione di acciaio inox,  per assicurare sicurezza e sostenibilità ambientale.

“ll polo di Terni rappresenta un tassello fondamentale del piano siderurgico nazionale – spiega Urso – e gli investimenti rafforzeranno il ruolo strategico del sito ternano, valorizzando una filiera industriale essenziale per l’autonomia produttiva del nostro Paese e per la transizione tecnologica ed ecologica dell’intero comparto”. Gli  investimenti andranno di pari passo con la riconversione industriale del sito in un’ottica green e sostenibile, nell’ambito del processo di decarbonizzazione della produzione nazionale dell’acciaio, che sarà per l’80 percento ecosostenibile grazie all’elettrificazione dei processi, all’introduzione di biocarburanti, alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e all’impiego progressivo di idrogeno verde.

“In quest’ottica – ha aggiunto – stiamo accompagnando una trasformazione profonda degli impianti, che prevede nuovi sistemi di riciclo e trattamento delle scorie, un laminatoio a freddo di nuova generazione e un forno innovativo per ridurre il consumo di gas naturale”. Il piano presentato ha l’ambizione di  rendere lo stabilimento ternano il più sostenibile d’Europa a livello ambientale.

Le posizioni dei sindacati e della Regione

Molto diverse le posizioni dei sindacati dei metalmeccanici che non a caso sono usciti con note separate. La Fim, Cisl, con il segretario regionale Simone Liti e il segretario nazionale Valerio D’Alò si dice cautamente ottimista: “Ci sono ancora alcune situazioni da chiarire e mettere a punto – sottolineano – particolarmente quelle legate alle concessioni idriche e al tema dell’energia, ma per la prima volta ci siamo confrontati tutti quanti noi attori coinvoltiee questo non può che essere un segnale positivo. Non non ci sono stati grossi stravolgimenti rispetto a quello che sapevamo del piano industriale ma è stata importante la dichiarazione dell’azienda sul fatto che gli investimenti vanno avanti con o senza l’accordo di programma ed è giusto riconoscere all’azienda il giusto valore sul tema energia, visto che sta investendo cifre record per il
settore della siderurgia italiana, volte a rendere il sito competitivo sul mercato internazionale; Resta da capire quanto tempo servirà per sciogliere il nodo del magnetico o quale sia l’alternativa per far arrivare sTerni il montante completo previsto. Chiederemo inoltre approfondimenti territoriali perchè è necessario mantenere o aumentare i livelli occupazionali e migliorare la sicurezza sul lavoro”.

Anche la Uilm resta in attesa di capire quali saranno le tempistiche relativamente all’accordo di programma e la reale messa a terra del piano industriale, ma nella nota a firma di Simone Lucchetti, segretario regionale e l’omologo nazionale Guglielmo Gambardella guarda con fiducia ai prossimi step: “Speriamo che la discussione della riunione di oggi possa segnare un passo in avanti e che nelle prossime settimane si possa fare sintesi fra le dichiarate disponibilità delle istituzioni, ministeri regione e comune, a supportare il progetto di incremento della competitività di Acciai Speciali Terni e le necessità aziendali, a partire dagli strumenti legislativi disponibili per la riduzione del costo dell’energia”.

La Uilm plaude poi alle parole della presidente di Regione Stefania Proietti che ha ribadito la volontà di provare ad avviare il percorso di abbassamento dei costi energetici attraverso una forma di partenariato pubblico-privato, nella quale possono entrare da subito le concessioni già oltre il termine di scadenza venendo incontro alle richieste da parte dell’azienda di poter avere una riserva di energia a disposizione: “Nei prossimi giorni verificheremo con i nostri uffici quanto più sarà possibile fare in base alle normative sulla concorrenza in vigore. Il punto sul costo dell’energia, unito alla volontà espressa dall’azienda di avviarsi su un deciso percorso di decarbonizzazione della produzione, saranno gli elementi qualificanti dall’accordo che vogliamo chiudere entro fine mese”, ha sottolineato.

Più dura la posizione della Fiom Cgil, che in una nota firmata dal segretario nazionale Loris Scarpa e da quello regionale Alessandro Rampiconi, giudica negativamente l’incontro al Mise: “Le prospettive per l’acciaieria ternana, considerata strategica per l’Umbria e per l’intero Paese, appaiono sempre più ridimensionate rispetto agli annunci iniziali. La produzione di acciaio magnetico e la linea del freddo, inizialmente al centro del piano, sono state messe in stand-by.Gli investmenti sono inoltre inferiori alle attese”, dicono.  “Abbiamo inoltre chiesto di entrare nel merito del piano industriale in azienda, senza vincoli legati all’accordo di programma”

Molto dura anche la Fismic Confsal: “Registriamo con forte preoccupazione che, rispetto agli annunci iniziali, il progetto industriale ha subito un ridimensionamento sostanziale: sono stati messi in pausa gli investimenti sul magnetico e sulla nuova linea a freddo, con un conseguente calo produttivo- scrivono il segretario nazionale Fismic Confsal Giovacchino Olimpieri e il coordinatore Marco Bruni – Troppo poco anche l’impegno pubblico per un impianto strategico come Ast. Ad oggi, nulla è stato chiarito sull’effettivo impatto dei nuovi impianti sull’organizzazione del lavoro. I 59 posti annunciati da Ast rischiano di essere una misura di facciata, se non accompagnati da un vero piano occupazionale. Come Fismic Confsal chiediamo che le istituzioni si assumano fino in fondo le proprie responsabilità. Non bastano gli annunci”.

Infine l’Ugl con il segretario regionale Daniele Francescangeli e Antonello Martoni, vicesegretario nazionale Ugl metalmeccanici con delega alla siderurgia e coordinatore Arvedi-Ast: “Ab­bia­mo rap­pre­sen­ta­to come det­to più vol­te, la ne­ces­si­tà di ri­ce­ve­re un mi­liar­do di euro di in­ve­sti­men­to per la tran­si­zio­ne eco­lo­gi­ca, l’in­stal­la­zio­ne di nuo­vi im­pian­ti la­vo­ra­ti­vi con un ac­cor­do di pro­gram­ma vol­to al ri­lan­cio del sito e al  man­te­ni­men­to dei vo­lu­mi pro­dut­ti­vi. Infine chiediamo che il piano venga discusso con le Rsu e i territoriali per risolvere i problemi dell’ organico tecnologico che nel tempo ha subito dei cambiamenti e adeguarlo al nuovo piano così che possa avere ripercussioni positive anche per i lavori dell’ indotto

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