Di nuovo un episodio di violenza sui campi dell’umbria. Teatro dello scontro, il campo di Fratta Todina, dove si giocava Tiber-Sant’Arcangelo, prima categoria girone B. A pochi minuti dal termine dell’incontro, un dirigente della squadra di casa ha cercato di colpire l’arbitro con un ombrello. Il gesto ha portato a una squalifica esemplare: l’uomo non potrà tornare in campo fino al 30 novembre 2026. L’arbitro in questione è Alessandro Marini, figlio di Gianluca, procuratore sportivo e volto noto delle tv locali, nonchè attuale attuale responsabile della comunicazione della Ternana Futsal
“Questo era da dartelo in testa”
Il referto del Giudice Sportivo ricostruisce in maniera dettagliata l’accaduto. “Al minuto 49′ del secondo tempo, in seguito a una decisione avversa alla sua squadra, insultava l’Arbitro pronunciando altresì varie espressioni blasfeme”, si legge nel dispositivo ufficiale. Alla vista del direttore di gara che si avvicinava alla panchina per espellerlo, il dirigente ha reagito in modo sconcertante: “Afferrava un ombrello, dicendogli ‘questo era da dartelo in testa all’inizio della partita’ e tentava di colpirlo, evitato solo grazie all’arretramento dell’arbitro di un paio di metri”.
Proprio il padre ha affidato a un post social il proprio sfogo: “Appena una giornata di campionato, e siamo da capo. Alessandro va in campo e fa il suo dovere. Risultato? Viene insultato, minacciato e poi aggredito”, ha scritto, evidenziando l’assurdità della situazione. Ha poi ricordato il tragico caso di Vanessa Russo, uccisa nel 2007 nella metro di Roma da un’ombrellata: “Se qualcuno – temerario – volesse fare facile ironia sull’ombrello, ricordo quella tragedia”.
Il commento sull’ipocrisia e il doppio standard
Nel suo lungo intervento, Marini ha anche denunciato una certa incoerenza nella reazione pubblica rispetto ai casi di violenza: “Mi auguro che tutti coloro che la scorsa settimana si stracciavano le vesti per l’episodio – gravissimo – delle minacce rivolte al giovane arbitro donna, scrivano oggi qualcosa anche a proposito dell’aggressione al giovane arbitro uomo”. In caso contrario, ha aggiunto, “sarei costretto a credere che ‘il rispetto per gli altri’, ‘i valori dello sport’, ‘la solidarietà’, siano concetti da usare solo se ti portano visibilità”.
Il padre dell’arbitro ha infine rilanciato una proposta drastica ma netta: “L’unico modo per risolvere i problemi del calcio è fare pulizia totale, attuando la tolleranza zero verso certi soggetti”. Tra le misure suggerite, quella di far disputare a porte chiuse tutte le partite del settore giovanile, vietando la presenza di genitori e familiari: “Dopo un paio d’anni si riapre e si valuta. Se torna tutto come prima, si chiude di nuovo. Cinque anni così e vi garantisco che l’Italia tornerà ai vertici del calcio mond