Pendolari, ancora caos nonostante le rassicurazioni: scendono in campo i sindaci

Ancora ritardi, anche fino a 2 ore nonostante le parole di rassicurazione da RFI a Derebotti. I primi cittadini di Orvieto, Chiusi e Cortona scrivono alle rispettive regioni e chiedono l'apertura di un tavolo di confronto con la società

Treno Regionale

Continua la battaglia dei pendolari orvietani per il ripristino delle corse veloci lungo la tratta Roma-Firenze. I sindaci di Orvieto, Chiusi e Cortona hanno inviato una lettera ufficiale alle Regioni Umbria e Toscana per sollecitare un immediato tavolo di confronto con Rfi, l’Autorità della regolamentazione dei trasporti e il Ministero dei Trasporti. L’obiettivo è difendere i diritti di migliaia di cittadini che ogni giorno si spostano lungo la direttrice ferroviaria Firenze-Arezzo-Roma e che, nel 2025, si trovano a vivere disagi simili a quelli degli anni 60.

Nel documento, firmato dai sindaci Roberta Tardani (Orvieto), Gianluca Sonnini (Chiusi) e Luciano Meoni (Cortona), si denuncia la pesante ricaduta delle modifiche alla circolazione ferroviaria dovute ai lavori sulla rete. Una situazione che avrebbe dovuto avere carattere temporaneo, con conclusione prevista per marzo 2025, ma che appare ormai cronica e priva di una chiara prospettiva di ritorno alla normalità.

“Temiamo che l’eccezionalità diventi la norma”, scrivono i sindaci, sottolineando come la preoccupazione sia alimentata dalla percezione che tali variazioni orarie non siano più dettate da contingenze tecniche ma frutto di una strategia strutturale. A preoccupare le amministrazioni locali è soprattutto l’ipotesi che la linea direttissima venga riservata esclusivamente ai treni Freccia, escludendo quindi i convogli regionali, sovraregionali e in alcuni casi persino gli Intercity.

Questo scenario, secondo i primi cittadini, costituirebbe “una grave forma di discriminazione verso gli utenti dei treni con Obbligo di Servizio Pubblico (OSP). A pagarne le conseguenze sarebbero pendolari, studenti e turisti che ogni giorno necessitano di raggiungere Roma e che oggi impiegano fino a 30 minuti in più per lo stesso tragitto rispetto al passato

La preoccupazione espressa nella lettera inviata alle autorità regionali è accompagnata dalla richiesta formale di attivare un’interlocuzione istituzionale con tutti i soggetti coinvolti, allo scopo di tutelare gli interessi delle comunità locali e impedire che le modifiche alla circolazione si consolidino come permanente penalizzazione territoriale.

“Sarebbe inaccettabile – si legge nel testo – che i treni OSP diventassero vittime sacrificali di una presunta ottimizzazione tecnica, orientata unicamente all’alta velocità”. Le amministrazioni insistono sulla necessità di equità nell’accesso alla mobilità ferroviaria, ribadendo che l’ottimizzazione delle tratte non può avvenire a scapito del servizio pubblico, soprattutto in territori già penalizzati da carenze infrastrutturali.

I pendolari non si fidano di RFI

Si recente si era espresso anche l’assessore regionale Francesco Derebotti, chiedendo il rispetto degli accordi. Il tavolo con RFI aveva portato rassicurazioni, ma i pendolari non si fidano e hanno chiamato in causa i primi cittadini: “Il salvataggio dalla Linea Lenta di due treni, nello specifico il RV4106, in partenza da Roma Termini per Firenze alle 17.20 e il RV4105 da Firenze, con arrivo a Roma Termini alle 17.05, lo riteniamo una goccia in un mare di disservizi”, dicono in una nota dopo l’ennesima riunione.

E sottolineano come i disagi rendano sovraccarichi gli altri treni provenienti dalla trasversale Falconara – Orte con viaggiatori costretti a restare in piedi: “Un esempio è il RV 4153 da Ancona che viaggia spesso da Orte con persone in piedi ammassate nei vagoni, finestrini chiusi ed a volte aria condizionata non attiva o non funzionante”.

“Per non parlare poi della tratta Terni – Orvieto – proseguono – nelle ultime ore è stato segnalato dal Coordinamento alla Regione Umbria ed alla Direzione Regionale Trenitalia dell’Umbria il disservizio determinato dalla riorganizzazione dell’offerta ferroviaria. Dall’8 maggio, infatti tra le ore 14.24 e le 16.10, vi è la mancanza di un collegamento diretto tra le due città che lascia letteralmente a piedi diversi pendolari che escono da lavoro dopo la partenza del convoglio delle 14.24”.

Un infinito cahier des doléances: “L’Intercity 598, capro espiatorio di ogni cambio orario o cambio di linea di altri convogli. Solo in questa settimana ha accumulato quasi due ore di ritardi, una volta per il guasto dell’Euro Night 294 e un’altra nella serata dell’8 maggio, quando è partito con 40 minuti di ritardo per “prolungata preparazione del treno”

E concludono:“La garanzia di due treni in Direttissima non può rassicurarci perché i problemi sono molti e quanto ottenuto sinora rappresenta un primo passo, ma non è sufficiente. Occorrono azioni che portino a risultati concreti nel più breve tempo possibile”

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