“A causa di padroni incivili è vietato l’ingresso ai cani di tutte le taglie”. È questo il messaggio chiaro e inequivocabile che si legge ora sul cartello affisso alle porte della cattedrale di Santa Maria Assunta. Ne riferisce Il Messaggero. Non si tratta di una semplice raccomandazione: accanto alla scritta campeggia il classico simbolo di divieto, un cerchio rosso con la sagoma di un cane sbarrata.
La decisione è arrivata dopo un fatto tanto spiacevole quanto emblematico. Durante una normale domenica mattina, all’uscita della Messa, all’interno della chiesa — non sul sagrato — sono state trovate deiezioni canine lasciate tra le due porte d’accesso. “Il pavimento del Duomo è di marmo, scivoloso, e questo gesto ha rappresentato un pericolo per i fedeli – raccontano dalla Cattedrale – oltre a essere una chiara dimostrazione di inciviltà”.
Fino a quel momento, don Alessandro Rossini aveva tollerato con benevolenza la presenza degli amici a quattro zampe, anche durante le celebrazioni liturgiche. “Ho sempre accolto tutti”, avrebbe detto, compresi i cani di anziani fedeli che li portavano con sé come unica compagnia. Un gesto di apertura e umanità, che si scontrava però con la realtà dei comportamenti scorretti di alcuni proprietari.
Nel panorama delle chiese ternane, la presenza di animali domestici non è regolamentata da una norma precisa: ogni parroco decide in autonomia. In molte parrocchie, infatti, l’accesso è tacitamente vietato e chi entra con un cane viene invitato a uscire. Ma in Duomo, fino a quel momento, la linea era stata diversa. Don Alessandro aveva scelto la via dell’accoglienza, almeno finché non si è verificato l’episodio che ha cambiato le cose.
L’indignazione ha trovato eco anche tra le associazioni animaliste. Patrizia Fancelli, presidente della sezione ternana dell’Epa (Ente Protezione Animali), ha commentato: “Capisco che possa succedere un imprevisto, ma se il cane sporca in chiesa, il padrone deve assumersi la responsabilità e pulire. Se non è attrezzato, può chiedere aiuto in sacrestia. Non farlo è mancanza di educazione e rispetto”. E ha aggiunto: «Purtroppo, come spesso accade, per colpa di uno pagano tutti».