Il consiglio regionale dell’Umbria ha approvato all’unanimità una mozione definita “cruciale” per il futuro del polo siderurgico di Terni. Il documento, presentato dai consiglieri Bianca Maria Tagliaferri (Umbria Domani), Francesco Filipponi e Maria Grazia Proietti (Pd), è stato integrato con i contributi delle opposizioni, in particolare grazie agli interventi di Enrico Melasecche (Lega) e Luca Simonetti (M5S). Un’unità politica rara, che però non ha evitato durissime polemiche nei giorni successivi.
Una strategia energetico-industriale da un miliardo di euro
Al centro della mozione approvata c’è la volontà di rafforzare l’integrazione tra le concessioni idroelettriche e l’industria energivora ternana, per garantire maggiore competitività al settore e contribuire agli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione. “Si promuove una sinergia storica”, si legge nel testo, in cui viene anche ipotizzata una gestione pubblico-privata delle grandi derivazioni idroelettriche, coerente con il quadro normativo nazionale.
Un altro punto chiave riguarda l’accordo di programma che coinvolge Governo, Regione e Acciai Speciali Terni (Ast), con un investimento stimato di oltre un miliardo di euro in cinque anni, come ricordato da Tagliaferri: “Parliamo di 2.236 lavoratori diretti, più l’indotto. Le acciaierie sono responsabili del 15% dell’export umbro”.
Il nodo dell’acciaio magnetico e la sovranità industriale
Tra i temi strategici evidenziati da più consiglieri c’è la necessità di riportare a Terni la produzione di acciaio magnetico a grano orientato, trasferita tempo fa in Germania dalla ThyssenKrupp. Una scelta che, secondo Enrico Melasecche, “ha penalizzato l’economia locale”, ma che oggi torna centrale nel quadro di una nuova politica industriale nazionale, legata alla mobilità elettrica e alla difesa.
L’assessore regionale Thomas De Luca ha ricordato che la mozione si inserisce nel solco della legge regionale 2023 sulle grandi derivazioni, evidenziando la necessità di un approccio sistemico e unitario per affrontare le grandi sfide infrastrutturali dell’Umbria.
Lo sfogo social dell’assessore Cardinali: “Puro populismo”
L’approvazione della mozione non ha però placato le tensioni politiche. A sollevare critiche è stato Sergio Cardinali, assessore allo Sviluppo economico del Comune di Terni, che in un post Instagram ha parlato di “puro populismo”, rivolgendosi a chi ha sostenuto che la mozione fosse determinante per l’accordo di programma.
“Fatemi capire: per andare a firmare un eventuale accordo Ast è servita una mozione del consiglio regionale? Ma la Regione con quale posizione ha partecipato alle riunioni precedenti al Ministero?”, ha chiesto polemicamente Cardinali, sottolineando le ambiguità e i cambi di rotta di alcune forze politiche. Ricorda che il progetto di recupero della discarica con tecniche avanzate di Landfill Mining era stato osteggiato da parte del M5S, con interrogazioni e atti contrari del consigliere Fiorelli, e che oggi viene invece celebrato come modello.
Infine, non manca un affondo sulle scelte del passato: “Ricordo anche quando come Movimento volevate chiudere o spostare le Acciaierie in altro luogo”, ha dichiarato l’assessore, ribadendo il ruolo propositivo e coerente dell’attuale amministrazione ternana, guidata dal sindaco Stefano Bandecchi.