Un incontro riservato ma denso di contenuti si è svolto mercoledì 23 maggio presso l’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto. La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha avviato così il suo primo sopralluogo esplorativo nella struttura, accompagnata da figure chiave della sanità regionale. Presenti la direttrice sanitaria Ilaria Bernardini, l’ex direttore generale della Usl Umbria 2 Piero Carsili e la nuova Direttrice Salute e Welfare, Daniela Donetti.
Un incontro vietato alla stampa, che dunque ha dovuto affidarsi, per raccontare quello che è successo alle poche cose trapelate tramite i canali ufficiali e tramite qualche soffiata. La Proietti, che ha mantenuto la delega alla sanità, ha ascoltato i rappresentanti di ogni reparto hanno avuto modo di illustrare la situazione interna dell’ospedale. I primari, insieme a dirigenti e coordinatori, hanno offerto una panoramica puntuale sulle esigenze, i progetti in corso e le criticità che affliggono il presidio orvietano. Al centro degli interventi, una richiesta unanime: l’ampliamento dell’organico, non solo per medici ma per tutto il personale sanitario.
La presidente Proietti ha definito l’ospedale “un centro nevralgico della rete sanitaria umbra. Dobbiamo puntare a farne un’attrattiva anche per le regioni vicine, in primis la Toscana, portando qui in maniera escluisiva alcune prestazioni” e ha promesso di tornare tra qualche settimana, accompagnata dal nuovo direttore generale della Usl Umbria 2, Roberto Noto. L’incontro ha rappresentato l’occasione per raccogliere un primo report, reparto per reparto, e ascoltare direttamente le voci di chi ogni giorno opera nel presidio. La Proietti ha sottolineato come “per immettere personale, serve prima un progetto per l’ospedale di Orvieto”, ricordando come spesso molti vengano mandati a Foligno per alcune prestazioni, nonostante sia attivo un progetto di integrazione con Terni: “Su questo stiamo lavorando”, ha sottolineato
Tra i temi trattati, anche il blocco dei lavori del Pronto Soccorso, la cronica carenza di personale e le difficoltà logistiche di un territorio a cavallo tra tre regioni. È probabile si sia discusso anche del rallentamento dell’emodinamica, considerata ormai necessaria nonostante le valutazioni numeriche ufficiali, e delle liste d’attesa, che mostrano lievi miglioramenti solo in alcune specialità.
Non sono mancate riflessioni sulla collocazione della Casa e dell’Ospedale di Comunità, progettati dove un tempo sorgeva il vecchio ospedale, con diverse perplessità sul piano operativo. Il confronto ha inoltre evidenziato il rischio di impoverimento professionale e la difficoltà nel garantire un servizio omogeneo su tutto il territorio, specialmente per le realtà più periferiche.
Nel secondo appuntamento, Proietti ha promesso anche di invitare i sindaci del territorio. In questa sede si parlerà probabilmente non solo del presidio ospedaliero ma anche di medicina territoriale, prevenzione, innovazione tecnologica e ruolo dei medici di famiglia. E si spera anche con la presenza della stampa, così che magari possa fare qualche domanda.