Rifiuti, prodotti petroliferi, appalti: Terni e Perugia nel mirino della criminalità organizzata

Dati preoccupanti dalla direzione nazionale antimafia: nei due capoluoghi presenti infiltrazioni di mafia italiana e nigeriana e 'Ndrangheta. Crescono i reati contro la persona e i maltrattamenti in famiglia

L’Umbria si conferma territorio d’interesse per le organizzazioni mafiose, nonostante non presenti fenomeni di radicamento endemico. È quanto emerge dalla relazione semestrale 2024 della Direzione investigativa antimafia (Dia), presentata al Parlamento dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il documento analizza le dinamiche della criminalità organizzata e i risultati delle attività di contrasto sul territorio, con un focus particolare sull’Umbria, regione ritenuta appetibile per la sua posizione geografica e il suo tessuto imprenditoriale.

Secondo la relazione, la compravendita di prodotti petroliferi rappresenta un settore di particolare interesse” per le organizzazioni criminali, in particolare quelle calabresi e campane. Si evidenziano inoltre tentativi del clan dei Casalesi di entrare nel business del riciclo illecito di rifiuti ferrosi, sfruttando le vulnerabilità di un mercato che garantisce elevati margini di guadagno e pochi controlli efficaci.

Non meno preoccupanti risultano le infiltrazioni nelle gare d’appalto pubbliche, con particolare attenzione ai fondi per la ricostruzione post sisma del 2016 e a quelli destinati ai progetti del Pnrr. La Dia ha orientato la sua attività investigativa e preventiva proprio in queste aree ad alto rischio di condizionamento mafioso.

Le indagini pregresse hanno accertato la presenza di proiezioni della ‘ndrangheta e della camorra, per lo più inserite nel tessuto imprenditoriale umbro. Non si tratta di gruppi radicati localmente, ma di soggetti provenienti da regioni a forte densità criminale, che operano in sinergia con le economie locali, sfruttando appalti, subappalti e attività ad alta redditività.

A questo si aggiungono collegamenti documentati con gruppi nigeriani attivi soprattutto nel traffico di droga e nella tratta di esseri umani, in particolare a Perugia e Terni. Il settore edilizio resta un canale privilegiato per le infiltrazioni mafiose, grazie alla frammentazione delle gare e alla gestione dei subappalti.

Il quadro non è completamente negativo: i reati predatori come furti, rapine e scippi sono in calo rispetto al 2022, segno che le strategie di controllo del territorio stanno producendo risultati concreti. Tuttavia, cresce in modo preoccupante la criminalità informatica. Le frodi online, le truffe bancarie e gli accessi non autorizzati a sistemi digitali sono in forte ascesa, complice anche la maggiore digitalizzazione e la scarsa consapevolezza degli utenti sui rischi.

Resta alta l’attenzione sui reati contro la persona, in particolare sulla violenza di genere, che continua a rappresentare un’emergenza. Maltrattamenti in famiglia, stalking e femminicidi richiedono interventi sempre più frequenti da parte delle Procure e l’attivazione dei centri antiviolenza. La relazione sottolinea come la tutela delle donne vittime di violenza debba restare una priorità assoluta.

Infine, nonostante gli investimenti delle città umbre in sicurezza urbana, con l’ampliamento della videosorveglianza e l’intensificazione dei controlli sul territorio, permangono gravi carenze nel sistema giudiziario locale, soprattutto nei piccoli centri, dove la carenza di personale nei tribunali rallenta i tempi dei processi e limita l’efficacia della giustizia.

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