“Inaccettabile che in uno dei paesaggi più belli d’Italia, peraltro privo di sbocchi sul mare, dove la natura è di per sé fonte attrattiva di turismo nazionale e internazionale, la Regione abbia concesso la realizzazione di questo impianto”. Con queste parole, il presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, ha duramente contestato la decisione della Regione Umbria di autorizzare la costruzione di un impianto agrivoltaico da oltre 176mila metri quadrati, nei territori di Montecastrilli, San Gemini e Narni.
La vicenda si è infiammata nei giorni scorsi, dopo che Bandecchi aveva già denunciato pubblicamente l’intervento tramite un video sui social, lamentando che l’iter autorizzativo avrebbe ignorato il parere delle amministrazioni locali. A stretto giro era arrivata la risposta dell’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca, che aveva precisato: “Il procedimento è iniziato durante la giunta di centrodestra, e in quell’area non esistevano vincoli tali da impedire l’installazione dei pannelli solari”.
Ora, la tensione si sposta sul piano istituzionale. Bandecchi ha scritto una lettera formale alla presidente della Regione, agli assessori regionali competenti e al ministero dell’Agricoltura, chiedendo la sospensione immediata del procedimento autorizzativo. Nella missiva, definisce “illogico e dannoso procedere con autorizzazioni del tipo di quelle in discorso”, sottolineando l’unicità paesaggistica dell’Umbria come valore strategico per il turismo.
“L’impatto sul paesaggio di un impianto del tipo di quello autorizzato sarebbe una ferita ambientale di grande rilevanza”, ha scritto Bandecchi, proponendo l’apertura di un tavolo di confronto tra Regione, Provincia e Comuni per valutare alternative.
Oltre all’ambiente, Bandecchi chiama in causa anche la strategia energetica regionale: “Altre potrebbero essere le soluzioni da esplorare, come il nucleare di nuova generazione o l’eolico moderno”, lasciando intendere che l’impianto agrivoltaico non sarebbe la scelta più adeguata per un territorio tanto delicato.
La polemica però si allarga anche al fronte politico. Francesco Filipponi, consigliere regionale del Partito Democratico, è intervenuto per rispondere a una precedente accusa di Bandecchi, secondo il quale esponenti del Pd avrebbero ricevuto tangenti per l’inceneritore. “Parlare di tangenti per attaccare un atto di natura amministrativa è disdicevole e grave”, ha replicato Filipponi, rivendicando la correttezza dell’iter: “L’autorizzazione è tecnica, non politica, e deriva da una procedura semplificata voluta dal governo Meloni”.
Filipponi ha inoltre ricordato che la Giunta Tesei non ha approvato il piano per individuare le aree pregiate da tutelare, responsabilità che è stata raccolta solo in seguito dalla Giunta Proietti con l’impegno dell’assessore De Luca. Secondo il consigliere, l’assenza di vincoli pregressi ha reso tecnicamente impossibile bloccare il progetto, nonostante gli sforzi dell’amministrazione comunale di Montecastrilli.
Il caso è emblematico di come le scelte energetiche, anche se orientate alla sostenibilità, possano scontrarsi con la tutela del paesaggio e la gestione condivisa del territorio. La tensione tra livelli istituzionali, competenze tecniche e volontà politica torna così al centro del dibattito regionale, aprendo una nuova fase di confronto su come bilanciare sviluppo e conservazione.