Mentre continuano ad arrivare comunicati da destra e da sinistra, nei quali ci si intesta il successo per la firma sull’accordo di programma per Ast (ultimi in ordine di tempo Forza Italia, il Pd ternano e l’assessore De Luca), c’è una voce contraria: è quella di Andrea Liberati, ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e presidente di Italia Nostra Terni.
Liberati scrive, in una lunga nota che “on c’è niente da celebrare: nel tempo, i danni ad ambiente e salute pubblica saranno enormi per Terni”. Liberati, così come l’ex assessore Mascia Aniello, è fra i più attivi oppositori dell’Ast: “Se già non vi bastavano le 160 ciminiere siderurgiche, gli inceneritori e le discariche-colabrodo esistenti, ecco in arrivo di peggio – scrive – sui suoli di Pentima sarà piazzata una nuova megadiscarica ove, secondo il progetto Arvedi AST, verranno sepolti altre 9.000.000 di tonnellate di scorie e fanghi, senza presidi ambientali minimamente in grado di resistere nel tempo all’aggressività chimico-fisica di tali rifiuti. Sarà così realizzata l’ennesima montagnetta di scorie e fanghi, alta qualcosa come 60-70 metri”
Liberati parla poi di “alibi” per questa scelta: “Riciclare più scorie in futuro (obiettivo lontanissimo, facilmente aggirabile da Arvedi AST); mettere in sicurezza la vecchia discarica urbana da 900.000 tonnellate (notare che i volumi futuri sono dieci volte maggiori), discarica urbana chiusa da quasi 30 anni e volutamente tenuta da Regione-Comune, per quasi 30 anni, senza il capping”
E accusa Comune e Regione di non aver chiesto pareri tecnici sull’attivazione della discarica: “scorie e fanghi Arvedi AST verranno invece, ancora una volta, accumulati sui nostri suoli (e non certo in area controllata e a tenuta), con l’aiuto di argilla “ad alte prestazioni”, strato bentonico e guaina.Soluzioni del tutto inidonee per gli specialisti in materia, visti i materiali e i volumi in gioco”.
Secondo Liberati, si tratta di un accordo scritto “per venire incontro ai desiderata di Ast, cosa che non sempre combacia con l’interesse generale, visti anche gli enormi danni storicamente cagionati da costoro.Le Pubbliche Amministrazioni non hanno proposto, né tantomeno voluto imporre tecniche innovative e adeguate per l’isolamento di questa gigantesca mole di rifiuti. Grave è anche il fatto che siffatta operazione si realizzi in area SIN (Sito di interesse nazionale per le bonifiche) compromessa e mai recuperata, con le sottostanti acque di falda già cariche di cromo esavalente, nichel e altri metalli pesanti oltre soglia di allarme che arrivano dalle scorie, come accadeva nel tunnel stradale della Terni-Rieti”
Infine, annuncia di aver presentato esposti “a diverse procure, su un ampio fronte di anomalie gestionali. Continueremo a difendere le regole -scritte e non scritte- contro le multinazionali predatorie e i loro numerosi accoliti”