Il giorno dopo l’accordo di programma per Arvedi Ast è ancora un fluire di dichiarazioni. C’è soddisfazione palpabile come è forte anche la corsa ad intestarsi i meriti di un accordo che parte ma non si sa in realtà dove arriva. Perchè il milione e passa di finanziamento si completerà solo dal 2028, coi soldi che arrivano dal ministero attraverso il Pnrr per l’ambiente e il gruppo Arvedi (fino ad allora saranno circa 200.000 euro visto che 300.000 sono già stati spesi) e la seconda parte è legata alla questione energetica che la Regione – sempre poi che rimangano questi i colori in campo – si è impegnata a risolvere dirottando entro il 2029 il 30 percento dell’energia prodotta su Ast.
Sarà cruciale per l’appunto il ruolo di Palazzo Cesaroni, che sognava forse un sito più green come da patti iniziali e invece dovrà accontentarsi di un così così. Dimitri Menecali, ad di Ast commenta comunque positivamente: “Con l’impegno sull’energia e l’accesso alle materie prima strategiche, il quadro si fa tale da poter definire a buon punto i progetti per la decarbonizzazione e ci fanno guardare alle sfide che il mercato ci porrà davanti, con maggiore serenità e fiducia. Potremo riuscire ad essere il primo produttore di acciaio inossidabile d’Europa e il motore dell’economia dell’Umbria. Metteremo al centro la sostenibilità dei processi produttivi, che va a ridurre l’impatto del processi sul territorio; l’attenzione al territorio ed ai lavoratori”.
Conferma poi che per lanciare la seconda parte dell’accordo, quella legata al magnetico, servirà una schiarita sul fronte del futuro dell’automotive.
Dal Governo e dall’Europarlamento: accordo storico
C’è comunque fiducia, inevitabilmente, sia da destra che da sinistra. Emanuele Prisco, sottosegretario al Ministero dell’Interno, sottolinea come “l’accordo di programma per la riconversione industriale del sito Ast di Terni è un segnale concreto dell’impegno del governo per il lavoro, lo sviluppo sostenibile e il rilancio del cuore produttivo dell’Umbria. Ringrazio il ministro Urso e il governo Meloni per la determinazione con cui hanno seguito questa importante partita per il territorio e per il sistema-Italia ma anche tutte le istituzioni che, a vario titolo, hanno contribuito alla positiva conclusione di questa vertenza”.
Per Camilla Laureti, europarlamentare dem “”l’accordo di programma per Arvedi Ast è il frutto della grande determinazione di lavoratori e sindacati che hanno difeso, in questo lungo periodo, un polo di produzione come quello di Terni, riferimento strategico a livello nazionale per il settore della siderurgia”.Grazie all’amministrazione regionale, alla presidente Proietti e all’assessore De Rebotti che, fin dall’inizio del mandato, hanno lavorato per questo primo importante risultato” aggiunge.
“Livelli occupazionali e sostenibilità sono alla base di questa intesa – dice Laureti – che serve all’economia locale ma non solo e che, nei prossimi mesi, dovremo monitorare perché si traduca in pratica in tutti i suoi punti, compresa la gravosa questione del costo energetico che colpisce il Paese oltre la media europea e su cui chiediamo seri interventi da parte del Governo”.
Verdecchia: giornata fondamentale
Sul fronte del Comune, dopo le dichiarazioni dell’assessore allo sviluppo economico, Sergio Cardinali, presente a Roma per la firma, parla Guido Verdecchia, capogruppo di Alternativa Popolare in Regione: “Questo straordinario risultato è il frutto di un eccezionale lavoro di squadra, guidato dalla visione e dalla determinazione del nostro Sindaco, Stefano Bandecchi – sottolinea – È stato lui a imprimere una linea politica chiara e coraggiosa, in cui il Comune di Terni non è stato spettatore, ma protagonista assoluto del proprio destino, esigendo e ottenendo un piano di rilancio ambizioso e concreto. La sua ferma volontà di trovare una soluzione per la discarica, attraverso un progetto innovativo di landfill mining, è stata la chiave di volta che ha permesso di sbloccare l’intero accordo, garantendo la continuità produttiva e la tutela ambientale. E l’assessore Cardinali, nel confronto con il Governo e le altre parti, ha dimostrato non solo grande preparazione, ma anche capacità, competenza e ottime doti di mediazione, traducendo l’indirizzo politico in un risultato tangibile per tutta la comunità.Con 557 milioni di euro di investimenti iniziali, la garanzia dei livelli occupazionali e un piano di sviluppo che guarda all’innovazione e all’efficienza, gettiamo le basi per una Terni più forte, competitiva e sostenibile”
L’opposizione in Regione: energia, merito nostro
I tre consiglieri di Fratelli d’Italia a Palazzo Cesaroni Eleonora Pace, Paola Agabiti e Matteo Giambartolomei si soffermano sull’energia e sui punti chiave dell’accordo in materia: “Se si è raggiunto l’accordo è merito del precedente mandato, perchè in quella sede sono state e basi normative e strategiche, tra cui la Legge regionale n. 1/2023, fortemente voluta dal centrodestra, che ha aperto alla possibilità di forme di gestione mista pubblico-privato per le concessioni idroelettriche, garantendo trasparenza, efficienza e ricadute economiche sul territorio. Grazie a quella si potrà riservare una quota alle aziende energivore; si potranno attivare strumenti come il Sistema Semplice di Produzione e Consumo (SSPC) per favorire l’autoconsumo industriale;avviare co-investimenti pubblico-privati per potenziare la produzione idroelettrica e assicurare benefici occupazionali e ambientali e valorizzare impianti strategici come la Centrale di Pentima, nell’ottica dell’efficienza e della sostenibilità.