Un approccio multidisciplinare rappresenta oggi il nuovo standard nella lotta contro il tumore al colon-retto. Lo ha affermato Marco Coccetta, direttore della Chirurgia colon-proctologica dell’Azienda ospedaliera di Terni, durante il meeting nazionale 2025 organizzato dalla Società italiana di chirurgia colo-rettale (Siccr). L’evento ha coinvolto i coordinatori delle Unità di colo-proctologia (Ucp) e i rappresentanti regionali della società scientifica, sottolineando l’importanza di percorsi condivisi nella gestione delle patologie colorettali e pelviche.
Il confronto tra specialisti provenienti da tutta Italia ha evidenziato l’efficacia clinica di un lavoro di équipe, che coinvolge chirurghi, oncologi, radiologi, gastroenterologi, anatomopatologi, nutrizionisti e fisiatri. Secondo quanto emerso durante i lavori, la sinergia tra competenze consente di garantire trattamenti più tempestivi, personalizzati e, soprattutto, più efficaci, incentrati sulle reali necessità del paziente.
Nel corso del meeting, è stato inoltre ribadito che il modello Ucp promosso da Siccr rappresenta un esempio virtuoso di integrazione tra professionalità diverse, favorendo non solo una migliore gestione dei tumori colo-rettali, ma anche un significativo miglioramento nella cura delle disfunzioni del pavimento pelvico. In questo ambito, l’interazione tra chirurgo, ginecologo, urologo e fisiatra assume un ruolo determinante per il successo terapeutico.
L’aggiornamento continuo e il confronto multidisciplinare sono stati indicati dai partecipanti come strumenti imprescindibili per elevare la qualità dell’assistenza sanitaria. Il dibattito ha messo in luce come la condivisione delle conoscenze favorisca l’adozione di protocolli innovativi e il miglioramento dei risultati clinici.
Secondo Coccetta, solo con un approccio integrato si può offrire una risposta adeguata a patologie complesse e a forte impatto sociale come i tumori colorettali, che continuano a rappresentare una delle principali sfide in ambito oncologico. Il lavoro delle Ucp, in questo senso, non solo agevola il coordinamento tra gli specialisti, ma pone il paziente al centro di un percorso di cura strutturato, completo e basato sull’evidenza scientifica.