“Dobbiamo ripartire da una sanità totalmente pubblica e dalla pianificazione e programmazione”. È questo uno dei passaggi chiave dell’intervista rilasciata dalla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, al settimanale La Voce, in edicola da venerdì 1° agosto e già disponibile in versione digitale. A otto mesi dall’insediamento a Palazzo Donini, Proietti fa il punto sulle priorità del suo mandato, affrontando i temi cruciali del sistema sanitario, dell’isolamento infrastrutturale e del ruolo strategico dell’Università.
“Ho tenuto la delega alla sanità perché su questo abbiamo vinto le elezioni”, spiega la presidente, sottolineando che non era possibile affidare questa responsabilità a nessun partito o assessore: “Nessuna persona poteva assumersi questo peso, se non chi oggi ha l’onore di rappresentare l’Umbria”. La scelta di accorpare la gestione sanitaria direttamente alla presidenza mira ad “accorciare il sistema”, rendendo più snelle ed efficaci le decisioni.
Proietti difende con fermezza la centralità della sanità pubblica, respingendo l’idea che sia troppo tardi per proteggerla: “Siamo ancora in tempo per difenderla”, dichiara. La presidente evidenzia che il 95% delle azioni regionali in ambito sanitario riguarda il settore pubblico e che la prevenzione – “funzione essenziale” – può essere garantita solo da strutture pubbliche: “Nessuna sanità privata assicura questa funzione così importante per i cittadini”.
Tra le priorità del rilancio sanitario, Proietti indica la ricostruzione di quelle che un tempo erano eccellenze umbre: “Dobbiamo ripartire dalle reti cliniche della salute mentale, che sono state completamente destrutturate”, afferma. Porte chiuse, quindi alla sanità privata almeno a sentire le parole della presidente di Regione. Niente nuove cliniche pechè “esiste già una sanità privata in Umbria, come per esempio per la cura delle fragilità psichiche e fisiche”. C’è da credere che la risposta del sindaco Bandecchi non si farà attendere molto.