Confartigianato Imprese Terni esprime apprezzamento per le recenti dichiarazioni del presidente territoriale di CNA, Mirko Papa, che ha invocato l’abbandono del criterio del massimo ribasso nelle gare pubbliche a favore di criteri più attenti alla qualità, alla sicurezza e alla territorialità. Una posizione, viene sottolineato, “che concorda in modo sostanziale con quanto Confartigianato Terni sostiene da tempo”, e che si inserisce pienamente nel dibattito aperto con l’Amministrazione comunale di Terni.
“È diffusa tra le imprese locali la preoccupazione per l’uso eccessivo e indiscriminato del massimo ribasso”, spiega l’associazione, segnalando come questa pratica penalizzi la professionalità, la sicurezza e la tenuta economica del tessuto produttivo locale. In questo quadro, viene considerato un fatto positivo “l’allargamento del fronte delle associazioni di categoria che condividono la necessità di rivedere le politiche comunali in materia di appalti pubblici”.
Confartigianato auspica un confronto “vero e operativo” con il Comune di Terni, che sia orientato “alla definizione di regole più eque e sostenibili per tutte le imprese del territorio”, evitando derive propagandistiche e polemiche. L’obiettivo è rimettere al centro l’impresa, secondo un approccio “concreto e positivo, senza alcuna volontà divisiva nei confronti della cooperazione sociale”, in un’ottica di rispetto reciproco e coerenza normativa.
Tra gli elementi concreti a sostegno della linea dell’associazione, viene richiamata la sottoscrizione della “Convenzione quadro ex articolo 14 del D.Lgs. 276/2003” tra Confartigianato Umbria e ARPAL, avvenuta il 25 luglio scorso, per favorire l’inserimento mirato di lavoratori con disabilità che incontrano difficoltà nel mercato ordinario del lavoro.
“Resta però aperta la questione dell’aderenza alla legge nella prassi di ricorso alle gare riservate ex articolo 61 del codice degli appalti”, ribadisce l’associazione. Tali procedure, secondo Confartigianato, “devono essere limitate a casi eccezionali e sufficientemente motivati, nel rispetto dello spirito e della lettera della norma”.
Infine, non manca un riferimento critico alla politica di internalizzazione delle opere pubbliche perseguita dal Comune di Terni. Se da un lato questa può rappresentare una soluzione in alcuni casi, dall’altro “suscita perplessità nelle modalità attualmente adottate, perché rischia di traslare il rischio d’impresa sul bilancio comunale e quindi sulla collettività”. Da qui la richiesta al Comune di “motivare pienamente queste scelte e dimostrarne l’effettiva convenienza economica”, per evitare “inefficienze e maggiori costi a carico dei cittadini”.