Sono oltre 16.000 gli edifici classificati come “collabenti” nelle province umbre, strutture ormai inagibili e senza tetto, divorate dall’incuria e dalla vegetazione. Questi ruderi, secondo i dati catastali, rappresentano un fenomeno in forte espansione: dal 2011 a oggi il numero è cresciuto del 126% a livello nazionale, con aumenti significativi anche in Umbria.
In particolare, nella provincia di Perugia si contano più di 12.000 immobili collabenti, mentre a Terni la cifra supera le 4.800 unità. Il termine tecnico “collabente” si riferisce a quelle costruzioni che, a causa delle pessime condizioni strutturali, non sono più in grado di produrre reddito e non sono soggette all’imposta municipale unica (IMU).
Secondo Confedilizia, l’associazione che rappresenta i proprietari di immobili, l’introduzione dell’Imu nel 2012 ha giocato un ruolo determinante nell’incremento di queste situazioni. Per molti proprietari, possedere un immobile che genera solo costi – tra imposte, manutenzione e gestione – ha cessato di essere un vantaggio, spingendo alcuni perfino a rinunciare a eredità o cedere la proprietà pur di non sostenere ulteriori spese.
Tuttavia, l’imposizione fiscale non è l’unico fattore che alimenta il fenomeno. I costi di ristrutturazione, sempre più alti, e la bassa redditività di molti immobili rurali o periferici, scoraggiano gli investimenti. In molti casi, il recupero edilizio risulta antieconomico, soprattutto se l’immobile si trova in zone non servite o poco attrattive dal punto di vista turistico e commerciale. Come spiega alla TGR Andrea Messi, presidente di Confedilizia Terni “L’Imu è una tassa patriomonale che su alcuni mobli ha valore zero, converrebbe abbandonarla. In Umbria abbiamo tante bellezze ma non potranno mai raggiungere la redditività delle grandi città”. Enzo Tonzani, presidente dell’ordine dei geometri di Perugia aggiunge: “Se il proprietario di uno di questi immobilli deve spendere fino a 2000 euro per un fabbricato, ci pensa due volte prima di ristrutturarlo, perchè poi non riesce a metterlo sul mercato”
Le campagne umbre, offrono uno scenario eloquente di questo trend. Lungo le strade si susseguono fabbricati pericolanti, in stato di abbandono avanzato, spesso trasformati in discariche abusive o soggetti a rischio di crollo. Questa condizione non rappresenta solo un problema estetico o economico, ma anche una questione di sicurezza pubblica e ambientale.