Impianto a Biometano in Ponte Caldare, comitati civici in presidio per il “No”

Ponte Caldaro, proteste contro l’impianto di biometano: rischi ambientali e idrici preoccupano i comitati locali. Presentata una diffida alle istituzioni.

La realizzazione di un impianto per la produzione di biometano da fonti rinnovabili nella località Ponte Caldaro sta suscitando forti opposizioni. Il progetto prevede il trattamento di 100mila tonnellate all’anno di liquame, letame suino, bovino, ovino, equino e scarti agricoli, con una tecnologia che diluisce i materiali in acqua all’interno di grandi vasche. Non è escluso l’impiego di rifiuti organici umidi, come sottolineato dai promotori.

Una questione, quella nel nuovo inceneritore nel narnese, già oggetto di convegni ed iniziative. I residenti della zona però ora  si sono organizzati in comitati contrari, presentando una diffida ufficiale alle istituzioni per bloccare l’iniziativa. Le principali motivazioni riguardano i rischi ambientali e idrici, che potrebbero compromettere l’equilibrio naturale e la sicurezza del territorio.

Nelle vicinanze dell’impianto sono presenti numerosi pozzi idropotabili, fondamentali per il rifornimento di acqua potabile nella zona. I comitati temono che il trattamento dei sottoprodotti possa causare inquinamento delle falde acquifere, aggravando la situazione. Inoltre, l’area scelta per il progetto è a rischio esondazione, ma secondo i comitati non sarebbe stata effettuata alcuna valutazione adeguata di compatibilità idraulica.

La zona interessata ospita anche diverse attività turistiche, tra cui B&B e agriturismi, che potrebbero subire ripercussioni negative. I cittadini sottolineano che la presenza dell’impianto risulterebbe incompatibile con il contesto storico e paesaggistico della località. Questo aspetto è considerato un ulteriore punto critico, in quanto il progetto rischia di alterare profondamente l’equilibrio ambientale e il valore del territorio.

“L’area è inidonea non possiamo sfruttarei il pnrr in maniera indiscriminata, andando a ledere aree che sono l’identità dell’Umbria – dicono i cittadini- Oltretutto le strutture ricettive ne risentiranno: sono tutte qui nei pressi ed invece l’impianto dovrebbe stare a 1500 metri almeno. Questi interessi privati cosa portano al territorio? L’impianto è enorme ma lo sarà altrettanto la mobilitazione dei cittadini”

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