La Regione Umbria e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) – Provveditorato regionale per Toscana e Umbria hanno siglato un accordo di collaborazione volto a migliorare l’assistenza ai detenuti e alle persone sottoposte a misure alternative alla detenzione. L’iniziativa mira a contrastare il disagio psichico e la tossicodipendenza, fenomeni diffusi all’interno delle strutture carcerarie, attraverso progetti educativi, culturali e ricreativi destinati ai detenuti e alle loro famiglie.
L’accordo, approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria, si basa sulla necessità di individuare precocemente i percorsi di reinserimento sociale per chi ha scontato la pena o può usufruire di misure alternative. “Solo così la detenzione può avere un reale valore riabilitativo”, ha dichiarato la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti. L’obiettivo è creare un modello operativo sostenibile e replicabile nei vari istituti di pena, rafforzando la connessione tra carcere e servizi territoriali.
Per garantire un’efficace presa in carico delle persone detenute, il progetto punta su collaborazioni strutturate con enti locali e servizi socio-sanitari, facilitando l’inserimento in strutture residenziali o programmi di trattamento ambulatoriale.
Per l’attuazione delle misure previste, l’accordo dispone di un finanziamento di 92.408,35 euro, destinato a potenziare il personale specializzato attivo nelle strutture carcerarie umbre. Queste figure professionali avranno il compito di facilitare il passaggio dal carcere al territorio, fungendo da collegamento tra detenuti e servizi esterni.
A supervisionare l’implementazione del progetto sarà una cabina di regia, già istituita nel 2022 e ora integrata con nuovi membri. Sarà composta da tre figure con funzioni decisionali e due con funzione consultiva, tra cui il magistrato di sorveglianza competente e il garante regionale per le persone private della libertà personale.