Landini ai Campacci per i Referendum: “Votare sì per dire basta alla precarietà”

Il segretario nazionale della Cgil dal palco di Marmore lancia la campagna in vista della due giorni di Giugno: “C'è chi sta pensando a un comitato del silenzio, più che a un comitato per il No”

“Votare Sì vuol dire basta precarietà, basta morire sul lavoro, basta licenziamenti ingiusti”. Con queste parole Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha aperto il suo intervento alla Cascata delle Marmore, durante un’iniziativa pubblica promossa dal sindacato presso il Belvedere superiore del parco i Campacci. Il sindacalista – nel corso di un incontro moderato da Caterina Proietti del Tg1 -ha lanciato un messaggio chiaro e diretto, sottolineando la portata del referendum del prossimo 8 e 9 giugno, che mira a modificare le norme che regolano il lavoro in Italia.

Secondo Landini, il referendum è uno strumento democratico essenziale per contrastare leggi “balorde e ingiuste” che hanno alimentato la precarizzazione nel mondo del lavoro. “Andare a votare è un atto semplice, ma può essere una vera e propria rivolta democratica contro lo stato attuale delle cose”, ha dichiarato, tracciando una netta linea di demarcazione tra chi vuole cambiare e chi preferisce mantenere lo status quo.

Durante l’iniziativa, non è mancata una frecciata a chi ostacola il confronto pubblico. “C’è chi sta pensando a un comitato del silenzio, più che a un comitato per il No”, ha detto Landini, riferendosi implicitamente ai partiti o ai gruppi che non stanno sostenendo apertamente il dibattito referendario. Da qui il suo invito pressante: “Dobbiamo essere noi a parlarne”.

Al centro del discorso, la sicurezza e la dignità del lavoro, due valori che secondo Landini sono stati sacrificati sull’altare del profitto. “Garantire salute e diritti costa, ma è necessario”, ha affermato, denunciando una cultura d’impresa orientata unicamente al rendimento economico. “Non possiamo più accettare che si muoia lavorando come 50 anni fa – ha tuonato – è tempo di un nuovo modello di impresa che metta al centro la persona, non i dividendi”.

Il leader sindacale ha poi ricordato come la CGIL abbia scritto a tutti i partiti, invitandoli a sostenere la partecipazione al voto. “Ognuno è libero di essere per il Sì o per il No, ma è un dovere costituzionale invitare a votare”, ha detto, definendo l’astensionismo una vera “minaccia alla democrazia”. Secondo Landini, chi scoraggia la partecipazione, invitando i cittadini a “restare a casa o andare al mare”, agisce contro i principi fondamentali della Costituzione.

L’appello si chiude con un’esortazione alla mobilitazione: il referendum, ha sottolineato il segretario, è una occasione concreta per restituire voce e potere ai lavoratori, in un contesto in cui le politiche del lavoro sono sempre più sbilanciate a favore delle imprese.

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