Legge sulla famiglia, Terni Donne e Civiltà Laica: “Consultorio lasciato senza fondi”

Le associazioni denunciano il fatto che a Terni l’unica associazione risultata idonea per la gestione dei fondi sia stata San Martino,

La recente approvazione della legge sulla famiglia in Umbria ha suscitato forti critiche da parte delle associazioni Civiltà Laica e Terni Donne, che mettono in dubbio sia la sufficienza dei fondi stanziati, sia la loro distribuzione. In un comunicato congiunto, le associazioni si domandano come mai le risorse non siano state destinate anche al consultorio di via Montegrappa a Terni, struttura laica che da anni rappresenta un punto di riferimento per la salute e i diritti delle donne.

Le associazioni fanno riferimento ai fondi per i primi 1.000 giorni di vita del bambino, una misura pensata per sostenere le famiglie nei primi tre anni di vita del neonato. “I fondi stanziati sono poco più di 134mila euro”, si legge nel comunicato. Tuttavia, secondo Federconsumatori, le spese medie per mantenere un bambino nel primo anno di vita oscillano tra i 7.500 e i 17.500 euro. Facendo un rapido calcolo, questi fondi basterebbero per sostenere circa 19 famiglie per il primo anno, e molto meno per gli anni successivi. Le associazioni temono che la redistribuzione, con importi più piccoli, si ridurrà a quella che definiscono una “mancetta di Stato”. “E dopo i primi tre anni chi si è visto si è visto”, concludono in tono critico.

Un punto centrale delle critiche riguarda la destinazione dei fondi. Le associazioni denunciano il fatto che a Terni l’unica associazione risultata idonea per la gestione dei fondi sia stata San Martino, chiedendosi perché il consultorio di via Montegrappa, un luogo laico e da sempre impegnato nella tutela delle donne, sia stato escluso. “Possibile che quei fondi non potessero essere erogati anche al consultorio di Montegrappa?”, si domandano i membri di Civiltà Laica e Terni Donne.

Le associazioni femministe locali hanno più volte sottolineato come il consultorio sia sotto organico e senza fondi, e lamentano che in tutta la provincia di Terni ci sia un solo posto a Orvieto per una specialista della salute delle donne. Inoltre, a Terni, per alcune specializzazioni, si è dovuto ricorrere a medici pensionati. “Gli spazi di autodeterminazione continuano a mancare”, denunciano, evidenziando la mancanza di risorse per garantire un’adeguata assistenza sanitaria alle donne della regione.

Le associazioni criticano duramente anche l’impostazione politica della legge, accusando il governo regionale e locale di non considerare sufficientemente la salute delle donne. “Ciò che fa dubitare della buona fede”, si legge nel comunicato, “è a chi vengono affidati i fondi: i consultori sono sottofinanziati, mentre viene destinato denaro a strutture e associazioni che promuovono politiche di supporto alla maternità senza garantire adeguati spazi di informazione e assistenza”.

Le associazioni sottolineano come il consultorio di via Montegrappa sia stato un punto di riferimento essenziale per le donne, offrendo informazioni e servizi che non si trovano altrove. La decisione di non assegnare risorse sufficienti a queste strutture viene interpretata come un disinteresse da parte del governo per la salute femminile. “La verità è che della salute delle donne a questo governo non importa nulla”, concludono aspramente i rappresentanti di Civiltà Laica e Terni Donne, denunciando l’assenza di politiche concrete per garantire il diritto all’autodeterminazione delle donne.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

La giovane ternana è scappata di nuovo da casa. L'appello della madre riaccende il problema...
Cattedrale di Terni
Lunedì mattina i funerali del giovane scomparso in un incidente in moto a Villach...
La polizia scopre un deposito con oltre 8 chili di stupefacenti in un appartamento condiviso...

Altre notizie