Se è vero che sale la richiesta di lamerino, situazione che presto potrebbe portare Arvedi Ast a riaprire la produzione a Terni, dall’ufficio studi di Siderweb emerge anche un secondo dato: il forte calo dell’export. In Italia in generale, ma in particolare a Terni, che scende al decimo posto nella classifica nazionale tra le province italiane esportatrici di prodotti siderurgici, tubi e altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio, registrando una diminuzione delle esportazioni del 39,2%, per un valore complessivo di 897 milioni di euro.
Il decremento subito dalla provincia di Terni appare ancora più evidente se confrontato con la media nazionale, che nel 2023 ha visto una riduzione dell’export di acciaio del 16,9%. Mentre il valore complessivo delle esportazioni italiane è sceso da 28 a 23,2 miliardi di euro, Terni ha sofferto una variazione negativa superiore, con una flessione particolarmente accentuata nel segmento dei prodotti della siderurgia (-44,4%) e una contrazione, seppur in misura minore, anche per gli altri prodotti della prima trasformazione dell’acciaio (-20,5%).
Nonostante il quadro generale presenti elementi di preoccupazione, alcuni dati offrono spunti di riflessione positivi. Le vendite all’estero di tubi, ad esempio, hanno registrato un incremento del 3%, segnale di una resilienza in specifici settori di mercato. Tuttavia, le esportazioni verso i Paesi dell’Unione Europea, che rappresentano oltre il 91% del totale, hanno subito un calo del 33,6%, mentre quelle dirette ai Paesi extra UE si sono ridotte drasticamente del 67,8%.
Il calo delle esportazioni di acciaio non riguarda esclusivamente la provincia di Terni ma come detto si inserisce in un contesto più ampio che ha visto l’intero settore siderurgico italiano affrontare sfide significative, con una variazione negativa attribuibile principalmente alla diminuzione dei prezzi. Nonostante ciò, i volumi sono rimasti sostanzialmente stabili, indicando una resilienza in termini di quantità anche di fronte a un contesto di mercato difficile.
Il caso di Terni evidenzia la volatilità del settore siderurgico e la necessità per le aziende di adattarsi rapidamente alle fluttuazioni di mercato. L’unico polo italiano in controtendenza è stato quello di Bergamo, che ha visto un aumento delle esportazioni del 16,2%, grazie alla specializzazione nella produzione di tubi senza saldatura.