Brunello Cucinelli ha ricevuto da Sauro Pellerucci, Presidente dell’Associazione “Io sono una persona per bene” il premio che porta il nome dell’associazione e che vuole premiare le persone virtuose, che portano bellezza.
Gremito il salone Bazzani del Palasì che ha ospitato i pensieri dell’imprenditore e filantropo perugino, magnate del cashmere, promotore del concetto di “Bella fabbrica” e recentemente certificato fra le 30 persone più ricche d’Italia (al numero 23) e al numero 697 nel Mondo.
Brunelli cita subito Socrate: “Non so cosa ci sarà dopo la morte, ma so che per i malvagi sarà diverso per i buoni: e se così non fosse, ho vissuto meglio”. E cita Augusto: “Vi correttamente, non recare danno a nessuno, a ognuno il suo”.
Dialogando con Pellerucci dispensa pillole del suo modo di intendere la vita ed il lavoro. La gioventù povera, gli scherzi, le storie di un giovane umbro che già allora pensava al bene, a curare “il male dell’anima”, come lo definisce. Scampoli di vita inframezzati a citazioni colte, come sue abitudine, passando in scioltezza da Manzoni a Lorenzo il Magnifico (“chi vuol esser lieto, sia”), fino a Pitagora, Sant’Agostino, Marco Aurelio, San Tommaso Moro e qualche spunto di riflessione: “Non facciamo più scherzi, non parliamo più con nessuno, siamo tutti presi dal lavoro. Siamo tutti presi, obbligati a rispondere alle mail alle dieci di sera. Invece abbiamo bisogno di lavorare solo 8 ore al giorno, di riequilibrio. Dobbiamo trovare un riequilibrio“.
E ancora: “L’intelligenza artificiale ci darà dei vantaggi immensi, perchè ci farà riscoprire anche il valore di alcune cose che abbiamo perso. I social in questo ci hanno rovinato. La tecnologia è un dono del creato, ma rischia di rubarci l’anima“.
Uso, disuso, abuso e riuso: Pellerucci utilizza questi quattro stimoli, a cui Cucinelli risponde: “Noi siamo custodi pro tempore dei beni e dei luoghi, abbiamo il dovere di curarli. Dicevo al sindaco di Perugia: perchè non facciamo la settimana della custodia?“. E specifica: “Non vuol dire che dobbiamo sempre ridere: ci sono momenti tristi. Ma dobbiamo prendere la vita con un altro spirito“.
Poi ha parlato dell’avvio della sua carriera: “Quando ho detto a mio padre che volevo fare pullover di cashmere, mi ha risposto: non ho capito niente, ma che Dio t’aiuti, fai un po’ tu. Oggi non sarebbe più possibile“.
E ai giovani dice: “Ascoltate i genitori quando parlano di grandi ideali, non ascoltateci quando vi diamo degli obiettivi“. E non manca un cenno al cartone animato “Lampadino e caramella”, un cartone animato dedicato ai bambini più sfortunati con Cucinelli che ha ispirato il personaggio protagonista Casimiro da Solomeo, da lui stesso doppiato, trasmesso da Rai Yoyo, che vede anche la presenza di un’altra umbra, l’attrice Isabelle Adriani: “Difficile fare il doppiatore, ma è stata una bella esperienza, molto umana“.
“Dopo la pandemia dobbiamo fare un nuovo contratto sociale con il Creato“, dice Cucinelli. “Il primo lo ha fatto San Francesco. Oggi il mondo è cambiato, la pandemia ha cambiato tutto“, sottolinea l’imprenditore. Che evidenzia come “Il capitalista, come sono io, deve produrre qualcosa per la comunità. Dobbiamo tornare a vivere tutti secondo misura, no al profitto esagerato“.
E riprendendo il titolo del premio, conclude: “Dal trono del tiranno, nessuno scende mai vivo“.