Il deputato del PD e segretario della Commissione Giustizia, Walter Verini, ha definito il provvedimento del Governo Meloni per migliorare le condizioni delle carceri italiane, incluse quelle umbre, una “scatola vuota”. La sua critica si basa su diversi punti chiave che mettono in luce l’insufficienza delle misure proposte.
Le carceri italiane soffrono di un sovraffollamento cronico. Attualmente, come sottolineato dall’Associazione Antigone ci sono circa 61.480 detenuti rispetto a una capienza di 51.000 posti, lasciando un deficit di 10.000 posti. La situazione in Umbria è altrettanto critica, con un tasso di affollamento del 115,1 percenti. In particolare, a Perugia ci sono 421 detenuti per 363 posti disponibili, a Terni 556 per 422 posti, a Spoleto 456 per 462 posti e a Orvieto 115 per 98 posti.
Il Governo Meloni ha annunciato l’invio di 1.000 nuovi agenti di polizia penitenziaria nelle carceri italiane, oltre a ulteriori nomine di dirigenti per garantire la presenza di un direttore e un vicedirettore in ogni istituto. Tuttavia, Verini sottolinea che queste misure sono insufficienti, considerando che il personale è carente di circa 11.000 unità.
Verini ha espresso preoccupazione per l’inefficacia delle misure proposte, affermando che “il sovraffollamento è a livelli intollerabili, anche negli istituti minorili”. Ha inoltre evidenziato il problema dei suicidi nelle carceri, con 55 detenuti e 6 agenti di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nei primi sei mesi dell’anno.
Le critiche di Verini si estendono anche alla gestione delle risorse. “Nel decreto non si prevedono fondi e risorse per psicologi, personale e strumenti sanitari, formazione, lavoro in carcere, socializzazione”, ha dichiarato, aggiungendo che l’annuncio della destinazione di molti giovani tossicodipendenti in comunità è solo un’illusione.
Verini ha sottolineato come le misure siano presentate in modo enfatico ma prive di sostanza, citando l’annuncio degli arrivi di agenti penitenziari fatto poco prima dei ballottaggi. La mancanza di fondi per migliorare la videosorveglianza, ridurre gli orari di apertura delle sezioni e chiudere le celle sono ulteriori segnali dell’inefficacia del decreto.
In conclusione, Verini ha affermato che “il decreto-scatola vuota non darà risposte a una situazione destinata ad aggravarsi nelle prossime settimane”. La sua posizione riflette una preoccupazione diffusa per la gestione delle carceri italiane e la necessità di riforme più coraggiose e concrete per affrontare i problemi sistemici che affliggono il sistema penitenziario.