Rush finale per la Giunta Proietti. La neoeletta presidente regionale vuole presentarsi giovedì al varo della nuova legislatura con tutto quanto fatto e con le deleghe assegnate, ma la questione è complessa e si gioca sostanzialmente su due campi.
Il primo è quello della sanità ed è cruciale. Perché dopo la Waterloo della giunta Tesei, certificata dai dati di Gimbe e poi da quelli di Agenas, con la Regione maglia nera per la mobilità passiva e un numero crescente di umbri che rinunciano a curarsi, per il centrosinistra è vietato sbagliare. Anche perché c’è l’onta del periodo-Marini da cancellare e dopo aver giocato gran parte della campagna elettorale sul tema, un altro errore significherebbe scavarsi la fossa. Tommaso Bori segretario dem sarà in Giunta, questo pare ormai certo ma proprio il suo ruolo di leader del partito in Umbria potrebbe creargli qualche problema per ottenere la delega, cui ambirebbe anche essendo medico.
Contro la delega a Bori sono forti le pressioni dell’area ex democristiana del centrosinistra, che contesterebbe l’eccessiva virata a sinistra del partito. Si tratta tuttavia di un’intesa concordata con la segretaria nazionale Elly Schlein. E il partito umbro su questo non vede di buon occhio un cambio di rotta. Difficile però che Proietti si tenga la delega per sé: sarebbe un’anomalia nazionale tutta umbra. Quale soluzione allora? Spacchettare la delega stessa. affidando una parte a a Bori e tenendo per sé la programmazione e inserendo un tecnico forte alla direzione regionale come Donatella Donetti, direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma e stimata persino a destra visto che il senatore di FdI Zaffini, presidente della commissione sanità l’avrebbe voluta a capo dell’azienda ospedaliera perugina. Altra opzione: una delega diversa per Bori (che per ora nicchia) come istruzione e diritto allo studio, più la presidenza della giunta in cambio di una candidatura sicura in Parlamento al prossimo giro di votazioni. Gira la ruota.
Secondo nodo, l’ambiente. Thomas De Luca, leader del Movimento 5 Stelle sarà assessore, questo è certo. Ma a cosa? L’ambiente sarebbe l’approdo naturale, viste le battaglie fatte sul piano rifiuti – che comunque la Giunta è pronto a smontare – e sul termovalorizzatore. Ma il mondo dell’imprenditoria, soprattutto ternano, non vede di buon occhio il “signor no”. E anche un pezzo dei dem, a dirla tutta. Difficile però assegnare ai contiani un assessorato diverso. Tric trac e scintille pronti, anche prima di Capodanno.
Anche se a dire il vero, qualcuno i botti li sta già sparando perchè Proietti non intenderebbe piegarsi ai diktati di Pd e M5S e per l’appunto vorrebbe negare le due deleghe scottanti ai partiti che le ritengono già assegnate ai loro nomi di fiduca. Partito Democratico e Movimento non sono disposti ad arretrare di un millimetro rispetto agli accordi iniziali e ad accettare quella che sarebbe vista come una vera umiliazione nei confronti del primo partito della Regione e di uno dei promotori del Patto Avanti: “Stiamo dialogando”, dice la Proietti all’Ansa -ma la sensazione è che i tempi saranno più lunghi rispetto al previsto e che lunedì non si chiuderà.
Terzo nodo, che però dipende dagli altri due: la presidenza dell’assemblea regionale. Una cosa da niente? Mica tanto. Per il riequilibrio territoriale, questa spetterebbe a Terni, che avrà sicuramente un solo assessore (il citato De Luca) e quindi sembrava fatta per l’ex sindaco di Narni Francesco De Rebotti. Ma la lista della presidente Umbria Domani – alla quale aderirà la stessa Proietti- potrebbe reclamare quella stessa poltrona, oltre ovviamente ad un assessorato di peso visto che ha preso il 4.7 percento.
Dunque il quadro potrebbe essere: il professor Luca Ferrucci, dell’Università di Perugia – nonostante i borbottii dell’Ateneo – allo Sviluppo Economico e Bianca Maria Tagliaferri presidente dell’assise. Col ripescaggio di De Rebotti forse per un assessorato (pare ormai certo che saranno 6 e non 5). L’altra ipotesi, come è noto, è quella della Tagliaferri all’Istruzione (con subentro del primo dei non eletti, Ottavio Oriano Anastasi), se però si incastreranno le caselle di Bori e De Luca.
Perché per l’ambiente- ecco l’altra notizia – si fa avanti anche Alleanza Verdi Sinistra che avrà sicuramente un assessorato. L’idea di partenza era l’agricoltura che però potrebbe andare a Simona Meloni, l’altro nome del Pd sicuro in giunta.
Fiaccole sui nomi: l’ingegner Federico Santi, primo dei non eletti, Claudio Santi, docente Unipg, il segretario SI Fabio Barcaioli e nientedimeno che Grazia Francescato, già portavoce nazionale dei Verdi. A meno che – per ricompensare Terni – non spunti dalle liste vicine alla presidente il nome di Carlo Ottone, attuale presidente del Mich. Infine, sembra certo che Bori e Meloni non si dimetteranno ma resteranno anche consiglieri regionali.Con buona pace degli scalpitanti Bettarelli e Flagiello.