Il nodo sanità, l’ospedale e la clinica. Avrebbe dovuto essere una normale conferenza stampa, l’ennessima, del Comitato per la tutela della sanità pubblica e dell’ospedale di Terni. E in fondo lo era stata. Fino a quando, proprio mentre l’ex dg dell’ospedale Gianni Giovannini sta “impastando” la risposta alla classica domanda del cronista su stadio-clinica, si palesa all’improvviso il sindaco Stefano Bandecchi, accompagnato dal fido Riccardo Corridore.

E così il discorso vira quasi esclusivamente sullo stadio-clinica. Bandecchi alza la mano e fa una domanda, ricordando come la clinica privata sia abbinata alla costruzione dello stadio e come a suo dire i costi per le degenze in convenzione siano gli stessi che nel pubblico. Giovannini rilancia sul tema, sottolineando come l’ospedale e la Asl siano enti diversi e poi sgancia la “bomba”: “A mio parere, la delibera firmata dalla Regione sugli 87 posti potrebbe incontrare profili di irregolarità, perchè il calcolo dei posti assegnati in convenzione è fatto sulla base della popolazione, che rispetto all’ultima delibera è diminuita e non aumentata. La delibera invece incrementa i posti. Non è un caso che quella delibera porti la firma solo di politici e non di tecnici della Regione, che hanno il potere di certificarle. Inoltre chiedere il convenzionamento prima di realizzare la clinica è illegale
Federico Di Bartolo, ex assessore regionale alla sanità, ha spiegato nuovamente le posizioni del Comitato: “Bisogna mettere mano a tre punti: l’impianto di condizionamento, che non funziona e rende impossibili le degenze in estate; l’ampliamento del parcheggio e la riorganizzazione del pronto soccorso”. E rilancia la proposta: “Noi siamo sempre per ristrutturare l’ospedale esistente, la nostra proposta è quella e la portiamo avanti, ma è solo una proposta. Se si vuole fare un ospedale nuovo, lo si faccia, ma a due condizioni: prima di tutto, che vengano spesi solo soldi pubblici. No al project financing che indebita le casse dell’ospedale, togliendo dal bilancio sanitario soldi che servono ai servizi al cittadino (il progetto bocciato dai tecnici della Regione indebitava le casse per 25 anni ndr). In secondo luogo, devono dire in quale luogo verranno assistiti i cittadini nel tempo che sarà necessario, non breve, per la costruzione del nuovo ospedale”.
Il comitato dice di non fare politica (“noi non siamo in alcuna maggioranza, ognuno vota chi vuole”) anche se Giovannini era candidato alle ultime regionali con la lista Umbria per la sanità pubblica. E stoppa anche il progetto della fondazione Carit: “Mi sembra che ci sia voglia di protagonismo – spiegano – perchè una fondazione che ha come fine quello di fare il bene della città non può dire che è pronta a finanziare un progetto solo se lo fai dove vuole lei, in questo caso nel terreno a Maratta che vuole acquistare. Non si sceglie dove intervenire, si apre un dibattito su dove è meglio farlo”.
Dal progetto per l’ospedale della Giunta Tesei, allo stadio-clinica, all’idea della Fondazione Carit, secondo il comitato il filo rosso è uno solo: “Ci sono troppi interessi privati che hanno un unico obiettivo: saccheggiare le casse pubbliche, sottraendo in questo modo servizi ai cittadini”