Pnrr, riciclaggio e carcere, ecco l’identikit della mafia nel ternano: “Non più isola felice” (VIDEO)

Fimato il protocollo per aumentare la comunicazione circa le infiltrazioni mafiose sul territorio. Sottani e Cantone. "Terni molto permeabile, anche per la vicinanza con Roma"

Non una mafia stanziale, ma tanti piccoli soggetti che operano sul territorio, soprattutto per riciclare denaro. Questo il quadro tracciato dal procuratore presso la corte d’Appello di Perugia Sergio Sottani nell’ambito della firma del protocollo di aggiornamento antimafia in Prefettura, alla presenza dei due procuratori Raffaele Cantone e Andrea Claudiani e di tutte le forze dell’ordine e della Dia, la direzione antimafia.

Tramite l’intesa viene definito un circuito comunicativo tra la Prefettura di Terni e le Procure, basato su uno scambio costante e strutturato di informazioni volte ad implementarne il patrimonio conoscitivo con lo scopo ultimo di rafforzare il sistema dei controlli e garantire al tempo stesso il regolare e tempestivo svolgimento delle procedure amministrative.

“L’Umbria non è più un’isola felice e nemmeno mafia free – dice Sottani – Basti guardare i dati che sono stati diffusi nei mesi scorsi sulla presenza dei tantissimi cellulari in carcere, che consentono a chi è recluso di continuare a gestire gli affari. L’altro grande problema è quello dell’infiltrazione mafiosa nei progetti del Pnrr, con la presenza di alcune cosche mafiose interessate a questi progetti. Poi a fine anno, è stata resa nota la presenza di soggetti alla ricerca di forme alternative di finanziamento. La mafi aha strumenti finanziari coi quali puà intervenire in qualunque territorio, soprattutto quando ci sono fondi pubblici”.

Un quadro confermato anche dalla relazione della la Relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia, relativa al primo semestre del 2023, la quale conferma come “le organizzazioni mafiose, da tempo avviate ad un processo di adattamento alla mutevolezza dei contesti socio-economici ed alla vantaggiosa penetrazione dei
settori imprenditoriali, abbiano implementato le capacità relazionali sostituendo l’uso della violenza, sempre più residuale ma mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive”, documentate dalle “numerose indagini di contrasto condotte nell’ambito dell’accaparramento da parte dei sodalizi mafiosi di appalti e servizi pubblici”. “Oggi, le mafie – scrive la Dia  preferiscono rivolgere le proprie attenzioni ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando della disponibilità di ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività illecite”.

Raffaele Cantone sottolinea: “La mancata presenza di mafi stanziale paradossalmente rende più difficile individuare i soggetti perchè spesso manca alla procura distrettuale l’informazione sulle notizie di reato. Con questo protocollo aumenterà la comunicazione ed è fondamentale soprattutto in territori come Terni molto permeabili a causa della vicinanza col Lazio” Aggiunge il procuratore ternano Andrea Claudiani: “Lo scambio con Perugia è stato sempre proficuo e questo protocollo consente di elevare ancora l’attenzione: visto che come procura non abbiamo competenza su reati di mafia, possiamo però aumentare le segnalazioni”

“Il protocollo –  sottolinea il Prefetto Antonietta Orlando– costituisce un passo importante nel potenziamento dell’azione istruttoria del Gruppo interforze antimafia (GIA), che opera presso la prefettura di Terni, che potrà ora contare su nuovi e più articolati flussi informativi e documentali utili anche nello svolgimento degli accessi ispettivi nei cantieri che, sotto la direzione della Prefettura, vengono espletati periodicamente. Si tratta di un accordo che sancisce la collaborazione tra autorità amministrativa e autorità giudiziaria con la finalità di contrastare la pervasività della criminalità organizzata nell’economia legale.”.

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