Imprese che chiudono e tessuto economico che si impoverisce. In Umbria e a Terni, è allarme. L’Umbria, nei primi tre mesi del 2025, ha perso 211 imprese e Terni, da sola, ne ha fatte registrare 49 in meno. Dati che arrivano dalla Camera di commercio dell’Umbria. Un quadro preoccupante, che si unisce a quello totale regionale secondo il quale, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, sono andate perdute ben 670 imprese attive. Dalle percentuali, emerge un calo soprattutto delle ditte individuali. La flessione è dello 0,28% a livello regionale, mentre la sola Terni fa registrare un -0,68%. Le sole a registrare una crescita, tra l’altro consolidata, sono le società di capitali. A Terni, per esempio, c’è un buon +0,88%.
“L’UMBRIA NON COMPETE PIU'”. I numeri, però, evidenziano in linea generale ancora una volta il momento di criticità del tessuto economico di Terni e dell’intera Umbria. “I dati – commenta Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio umbra – non sono certo buoni e non possiamo più far finta che sia colpa della congiuntura. La nostra struttura economica è ancora troppo legata a micro-imprese, spesso individuali, fragili e poco capaci di competere in un’economia globalizzata. Il saldo negativo riflette un problema di fondo: manca l’ossatura imprenditoriale solida su cui costruire sviluppo e innovazione. Il rafforzamento delle società di capitale è un processo in atto da anni, ma non basta. L’Umbria deve puntare con decisione su formazione, digitalizzazione, attrazione di investimenti e giovani talenti, transizione green. Altrimenti continueremo a galleggiare in acque stagnanti“.
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