Sindacati a Orvieto per il Primo Maggio: “Basta morti sul lavoro, investire sulla sicurezza”

Cgil, Cisl e Uil celebrano insieme la Festa dei Lavoratori a Orvieto, con un messaggio forte su sicurezza, diritti e dignità

Orvieto è la sede scelta dai sindacati confederali in occasione del Primo Maggio, festa dei lavoratori. Cgil, Cisl e Uil si sono ritrovate nella città rupestre mettendo al centroal centro il tema cruciale della sicurezza sul lavoro. Una manifestazione regionale promossa da Cgil, Cisl e Uil ha portato nella cittadina umbra lavoratori, rappresentanti istituzionali e cittadini, uniti dallo slogan “Uniti per un lavoro sicuro”.

A inaugurare l’evento è stata la sindaca Roberta Tardani, che ha accolto con parole di sostegno le sigle sindacali e i manifestanti, sottolineando la necessità di “un’alleanza tra territori e parti sociali per la tutela della dignità del lavoro”. La sindaca ha voluto esprimere la vicinanza delle istituzioni e la volontà di camminare insieme ai lavoratori, nel segno della responsabilità condivisa.

Forte e senza sconti l’intervento di Maria Rita Paggio, segretaria generale della Cgil Umbria, che ha fotografato una realtà fatta di precarietà crescente e lavoro sottopagato: “La nostra regione vede aumentare il lavoro precario e mal pagato, con troppi incidenti e troppe vittime. È inaccettabile”. Ha poi aggiunto: “Il lavoro deve essere libero, sicuro e dignitoso. Oggi invece il profitto viene prima di tutto, e a pagarne il prezzo sono le lavoratrici e i lavoratori”.

Paggio ha puntato il dito contro il sistema degli appalti e i tagli al welfare, sottolineando come “si è poveri anche lavorando”, mentre i giovani continuano a fuggire dall’Umbria in cerca di migliori opportunità. Un quadro che richiama a scelte politiche urgenti e coraggiose.

Sulla stessa linea Fabio Benedetti, segretario regionale della Uil, che ha denunciato l’emergenza nazionale delle morti sul lavoro: “Non possiamo più accettare le stragi sul lavoro. Mille morti l’anno sono un numero spaventoso”. Benedetti ha ricordato che l’Umbria registra una delle peggiori incidenze per incidenti e malattie professionali, chiedendo con forza “più controllo, più prevenzione, più responsabilità”.

Ha poi invocato l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e ha apprezzato l’avvio del tavolo istituzionale in Regione: “È un piccolo passo, ma serve un cambio di passo deciso”, ha dichiarato, auspicando un’azione politica più incisiva e continuativa.

A concludere la serie degli interventi, Angelo Manzotti, segretario generale della Cisl Umbria, che ha criticato le conseguenze della globalizzazione, accusata di aver “sacrificato il lavoro in nome del profitto”. Manzotti ha evidenziato l’erosione progressiva delle tutele, soprattutto in tema di salute e sicurezza: “Oggi dobbiamo riaffermare il valore della persona e chiedere, finalmente, un piano nazionale per la sicurezza: l’Italia è l’unico Paese in Europa a non averlo ancora”.

Il leader della Cisl ha anche citato l’impegno di Papa Francesco per gli ultimi, definendolo “un messaggio che il sindacato porta avanti ogni giorno”. Un richiamo etico, oltre che politico, che rafforza la vocazione del sindacato come voce degli invisibili.

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