Ad Arrone si è celebrata l’arte campanaria tradizionale con una due giorni ricca di eventi, convegni e suoni che hanno onorato il prestigioso riconoscimento dell’UNESCO: l’antica pratica del suono manuale delle campane è ufficialmente diventata patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Un traguardo di rilievo per il patrimonio italiano, frutto di un lungo lavoro di valorizzazione e tutela promosso da realtà locali e nazionali.
Protagonisti della manifestazione il Gruppo Campanari di Arrone e la Federazione nazionale suonatori di campane, che hanno accolto istituzioni, rappresentanti del settore e cittadini per un momento di condivisione e festa. “Un grazie sentito a tutti coloro che a vario titolo hanno consentito questo importante riconoscimento – ha dichiarato il sindaco di Arrone, Fabio Di Gioia – in particolar modo al Presidente dei campanari Tullio Antonelli e alla dottoressa Sinibaldi”, figura chiave del percorso verso l’UNESCO.
All’incontro odierno hanno preso parte personalità di spicco, tra cui la presidente della Federazione Eles Benfontali, i rappresentanti della Fonderia pontificia Marinelli di Agnone, una delle più antiche e prestigiose realtà artigianali nella realizzazione di campane, e Elena Sinibaldi, coordinatrice istituzionale del Ministero della Cultura per il dossier UNESCO. La sua presenza ha sottolineato l’importanza di un cammino fatto di impegno istituzionale e sensibilità verso il patrimonio immateriale.
Tra le istituzioni locali hanno partecipato il consigliere regionale Francesco Filipponi e i sindaci di Arrone e Montefranco, mentre da Verona è arrivato il saluto dell’assessora Marta Ugolini, in rappresentanza della città dove si terrà, a settembre, la cerimonia ufficiale di celebrazione del riconoscimento UNESCO.
Durante gli incontri si è sottolineato il valore sociale, storico e identitario del suono delle campane, un linguaggio universale che da secoli scandisce il tempo delle comunità, accompagna momenti sacri e profani e rappresenta un patrimonio sonoro e artigianale da tramandare alle future generazioni.
Il riconoscimento dell’UNESCO all’arte campanaria tradizionale rappresenta anche una vittoria del territorio e delle comunità locali, che attraverso il lavoro volontario e appassionato di gruppi come quello di Arrone, contribuiscono a mantenere viva una tradizione che oggi ottiene finalmente visibilità e tutela a livello internazionale.
Domani la seconda giornata. Al teatro comunale, convegno sul “Restauro e recupero del suono manuale”; a metà mattinata in piazza Garibaldi ancora suonate in libertà delle campane e a seguire una nuova visita al campanile della chiesa di San Giovanni”. Parteciperanno agli eventi dedicati all’arte campanaria, oltre ai campanari di Arrone, quelli di Gubbio, Castel San Felice, Ferentillo, Bologna, Verona, San Sepolcro e gruppi provenienti dalle Marche.
“L’obiettivo dell’incontro – dice Tullio Antonelli, presidente del Gruppo campanari di Arrone – è quello di far conoscere questo importante riconoscimento dell’Unesco all’arte campanaria tradizionale. Le campane sono un bene comune, che fa parte della tradizione di ogni paese e città, e in questa occasione le faremo suonare e toccare a tutti”. Arrone ha un profondo legame di affetto con le sue campane e l’arte campanaria. La chiesa di San Giovanni Battista in alto sul paese, nel cuore del castello medievale, è stata costruita intorno al 1300. La prima campana di cui si ha documentazione risale al 1542, ed era la campana piccola, quella che scandiva gli appuntamenti civili.