La situazione carceraria in Umbria si aggrava e richiama l’attenzione delle forze politiche e istituzionali. Dopo l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sullo stato delle carceri italiane, anche a livello regionale si moltiplicano gli appelli per un cambiamento radicale. A farsi portavoce della denuncia è Sinistra Italiana – Umbria, che accusa: “Il sistema penale attuale sta violando i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione”.
Secondo la relazione della Corte dei conti, “Infrastrutture e digitalizzazione: Piano carceri”, approvata nel marzo 2025, gli istituti penitenziari umbri ospitano oltre 300 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Il dato colloca la regione all’ottavo posto in Italia per tasso di sovraffollamento. Una criticità che, secondo l’Avvocato Giuseppe Caforio, Garante regionale per i diritti dei detenuti, “non è solo una questione numerica, ma un’emergenza umanitaria”.
Nel corso degli ultimi mesi, infatti, sono aumentati i casi di suicidio, atti di autolesionismo e aggressioni al personale penitenziario, segnale di un disagio crescente e non più contenibile. Sinistra Italiana sottolinea che “il carcere si è trasformato in uno spazio di esclusione sociale, in aperto contrasto con l’articolo 27 della Costituzione”, che impone alla pena un fine rieducativo e il rispetto della dignità umana.
L’assessore regionale Fabio Barcaioli, da parte sua, ha annunciato alcuni interventi orientati alla formazione professionale e al lavoro esterno per i detenuti, considerati strumenti indispensabili per il reinserimento sociale. Tuttavia, per Sinistra Italiana, queste misure non bastano: “Serve una riforma strutturale del sistema penale, che consideri il carcere solo come extrema ratio”.
A livello nazionale, il clima si fa ancora più teso. Il nuovo decreto sicurezza del governo viene definito da Sinistra Italiana “un provvedimento punitivo che colpisce i più deboli”, in particolare “le classi sociali subalterne e i lavoratori in protesta”, come dimostrano recenti procedimenti penali avviati contro manifestanti. Il partito si chiede polemicamente: “Quanti nuovi posti serviranno per arrestare il disagio sociale?”
L’appello finale è chiaro: “Il grado di civiltà di un Paese si misura dalle sue carceri. E oggi, in troppi luoghi, quella civiltà sembra scomparsa”. Per Sinistra Italiana – Umbria, è arrivato il momento di un cambiamento che riporti al centro la persona e il rispetto dei diritti umani, rompendo con le logiche repressive.