Provincia, Bandecchi modifica il regolamento per avere dg, portavoce e capo di Gabinetto: Fdi insorge

Interrogazione del gruppo consiliare: “Decisione avvenuta senza confronto, né trasparenza”

Continua a far discutere la volontà del presidente della Provincia Stefano Bandecchi di avere a tutti i costi un capo di Gabinetto (il fido Raffaello Federighi,  attuale vicepresidente del consiglio comunale) e un direttore generale, oltre ad   un portavoce del Presidente. A sorpresa, Bandecchi ha modificato il regolamento dell’Ente proprio a questo scopo e nonostante per due volte tale proposta sia stata bocciata. Nessuna comunicazione ufficiale, tanto è vero che è stato un articolo di UmbriaOn a svelare la notizia, senza che vi fosse alcuna comunicazione preventiva negli organi istituzionali competenti.

Da qui l’interrogazione a risposta scritta presentata da Fratelli d’Italia, capogruppo Marco Bruni. Secondo i firmatari dell’interrogazione, la modifica del regolamento rappresenta una netta discontinuità rispetto agli impegni di trasparenza e collaborazione annunciati all’inizio del mandato dal Presidente Bandecchi. Il gruppo di Fratelli d’Italia evidenzia come la scelta sia avvenuta senza una previa discussione in aula consiliare, né alcun coinvolgimento ufficiale del Consiglio provinciale.

“Non risultano presentati piani di riorganizzazione né valutazioni comparative tra l’attivazione di nuove figure dirigenziali e la valorizzazione delle competenze già presenti nella pianta organica”, accusano, chiedendo se siano stati presi in esame percorsi interni prima di optare per nomine esterne.

L’interrogazione punta i riflettori anche sull’impatto economico delle nuove nomine, in un momento in cui l’Ente è chiamato a razionalizzare le risorse pubbliche. Fratelli d’Italia domanda quali saranno i costi annui complessivi – tra stipendi, indennità e oneri riflessi – e da quali voci del bilancio verranno coperti. “In un contesto di attenzione ai conti pubblici, certe operazioni devono essere non solo giustificate, ma anche condivise con l’intero Consiglio”, affermano i consiglieri.

Altro nodo centrale è il metodo utilizzato per attuare la modifica, giudicato dal gruppo “una forzatura”, in quanto le comunicazioni non sarebbero passate per l’aula consiliare, ma si sarebbero apprese solo a posteriori dai media. “I Consiglieri non possono essere messi di fronte a fatti compiuti attraverso i giornali”, afferma il gruppo, che richiede formalmente che la vicenda venga trattata nella prossima seduta consiliare utile, con risposta scritta e discussione orale.

Infine, l’interrogazione tocca anche il futuro dell’Ente: FdI chiede se siano previsti ulteriori cambiamenti organizzativi e con quali modalità questi verranno comunicati. “Serve chiarezza sulla direzione amministrativa e sugli strumenti di confronto che verranno adottati in futuro”, concludono i firmatari.

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