L’ultima edizione del Rapporto Statistico “Indicatori dell’economia ternana”, realizzato dall’Osservatorio provinciale istituito in Prefettura, in collaborazione con Istat, ARPAL Umbria, la Camera di Commercio dell’Umbria, INPS e l’Ispettorato Territoriale del Lavoro Terni-Rieti e con il contributo informativo della Banca d’Italia, offre uno sguardo approfondito sull’andamento dell’economia locale al 30 giugno 2023. Il documento analizza vari aspetti della vita economica di Terni, dalla vitalità delle imprese allo scambio commerciale con l’estero, passando per l’occupazione, il credito e il turismo.
Il rapporto mette in evidenza come l’economia ternana stia attraversando un periodo di ulteriore rallentamento, iniziato già nel semestre precedente, con ripercussioni su quasi tutti gli indicatori esaminati. In particolare, si osserva una continuazione della tendenza alla riduzione del numero di imprese attive, soprattutto nei settori della manifattura, dell’agricoltura e delle costruzioni.
Un dato significativo riguarda il commercio internazionale, che per la prima volta dopo il 2020 mostra variazioni tendenziali negative. “Si segnala, in particolare, la riduzione di circa un terzo degli scambi di prodotti metallurgici,” elemento di spicco dell’export ternano.
Dal punto di vista occupazionale, il rapporto evidenzia una diminuzione complessiva degli occupati, con una flessione che colpisce esclusivamente la componente femminile, mettendo in luce un divario di genere persistente nel mercato del lavoro locale.
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, si registra un incremento nell’utilizzo della cassa integrazione sia nella forma straordinaria che ordinaria, con un numero di ore autorizzate ancora elevato rispetto agli anni precedenti.
Nel settore del credito, il rapporto indica una flessione dei finanziamenti erogati alle imprese, mentre i prestiti alle famiglie rimangono stabili. Tuttavia, si segnala una riduzione del tasso di deterioramento del credito e una diminuzione del numero e del valore dei protesti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A contrastare questo quadro, vi sono segnali positivi dal settore turistico, che registra un aumento sia degli arrivi che delle presenze, soprattutto grazie ai visitatori stranieri, delineando un ambito di crescita potenziale per l’economia ternana.
I dati in dettaglio
Il rapporto indica un decremento del numero delle imprese attive a Terni, con una riduzione del -1,4% e del -1,8% nei primi due trimestri del 2023, rispettivamente, portando la cifra a 18.643 e 18.673 unità. Questa tendenza negativa si estende a settori chiave come la manifattura, che ha visto una variazione del -2,5% nel primo trimestre e del -2,8% nel secondo, e l’agricoltura con un calo del -4,1% e del -4,3%. Anche le costruzioni e il commercio hanno risentito di questa contrazione, con decrementi rispettivamente del -1,1% e -1,6%, e del -1,9% e -2,3%.
Tuttavia, alcune aree hanno mostrato segni di vitalità: le attività di servizi di alloggio e ristorazione sono cresciute del +1,4% e +0,5%, mentre il settore immobiliare ha registrato un +2,4% e +1%. Anche i servizi professionali, scientifici e tecnici (+1% in entrambi i trimestri), la sanità e l’assistenza sociale (+3,1% e +3%) e l’istruzione (+4% e +2%) hanno evidenziato dinamiche positive.
Dal punto di vista occupazionale, c’è stata una flessione dell’1,2% degli occupati, a fronte di una diminuzione del 14,3% delle persone in cerca di lavoro, principalmente tra le donne, sottolineando un marcato divario di genere.
Il turismo si distingue per il suo andamento positivo: gli arrivi nelle strutture ricettive hanno segnato un +21,2%, mentre le presenze sono aumentate del +21,5% rispetto al primo semestre del 2022. Particolarmente significativo è stato il contributo dei turisti stranieri, con gli arrivi in crescita del +42,5% e le presenze del +39,1%. Anche gli arrivi e le presenze degli italiani hanno mostrato una crescita, del +15,3% e +14,5%, rispettivamente.
In numeri assoluti, gli arrivi complessivi nel primo semestre del 2023 a Terni hanno raggiunto i 177.825, mentre le presenze hanno superato le 387.000 unità, confermando un trend di crescita rispetto al periodo pre-pandemia sia per la clientela italiana che straniera.