La Corte dei Conti ha stabilito che non vi è stato alcun danno erariale nei confronti di quattro dirigenti della Usl Umbria 2, accusati di aver prorogato illegittimamente per ben nove volte, tra il 2013 e il 2020, il contratto di appalto per il servizio integrato di noleggio, ricondizionamento e logistica della biancheria, degli abiti da lavoro, della materasseria e dei dispositivi sterili, noto come servizio lavanolo.
La Procura contabile, basandosi su un’informativa della Guardia di Finanza, aveva contestato ai dirigenti la proroga del servizio con il gestore uscente tramite contratti ponte, che secondo l’accusa mascheravano affidamenti diretti senza gara e senza confronto competitivo tra più operatori. Questa modalità, secondo la Procura, avrebbe causato un danno erariale stimato in oltre 600 mila euro.
Tuttavia, la sezione giurisdizionale per l’Umbria della Corte dei Conti ha rigettato questa tesi. Sebbene abbia riconosciuto una violazione formale delle norme e delle procedure di evidenza pubblica, nonché una condotta antidoverosa nella gestione degli appalti pubblici, la Corte ha concluso che le proroghe dei contratti non hanno prodotto alcun danno erariale sostanziale. Per questo motivo, la richiesta della Procura è stata respinta per “infondatezza”.
L’assoluzione ha riguardato quattro dei cinque dirigenti inizialmente indagati, poiché uno di loro è deceduto nel corso delle indagini.